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Il voto ridisegna il centrosinistra

Pierluigi Bersani

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L'esito dei ballottaggi di domani e lunedì ridisegnerà il panorama politico della sinistra. Soprattutto se a Parma il candidato del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, Federico Pizzarotti (19,9% al primo turno) riuscirà nell'impresa di battere Vincenzo Bernazzoli (39,2%) candidato del Pd. Sarebbe un successo che darebbe una visibilità nazionale ai grillini e che allo stesso tempo creerebbe problemi seri al Partito Democratico. Con Bersani costretto a spostare sempre di più l'asse del partito verso sinistra per frenare l'emorragia di voti. Sel e Idv hanno infatti già lanciato un appello a Pier Luigi Bersani: adesso è il momento di fare quadrato attorno ai candidati per vincere i ballottaggi, ma «un secondo dopo» la chiusura dei seggi è necessario lavorare da subito per «costruire l'alternativa» e proporsi come alleanza di governo per il 2013, sul modello di quanto accaduto in Francia. Il partito di Nichi Vendola rivendica di aver «superato con nettezza la evocativa soglia del 4%» e apre per la prima volta anche al Movimento 5 stelle (a Comacchio è ufficiale l'appoggio ad un candidato grillino che corre contro il Pd). Tuttavia, ripetono, la vera partita si gioca dopo le elezioni: l'assemblea nazionale convocata per sabato 26 (che potrebbe però slittare di una settimana) lancerà gli «Stati generali» e la riapertura del «Cantiere» del centrosinistra. Anche l'Italia dei Valori guarda oltre ai risultati delle amministrative, considera «molto soddisfacente» l'esito del primo turno e sottolinea come il centrosinistra si sia «ricompattato dovunque». «Siamo l'unica coalizione pronta e credibile in campo – spiega Massimo Donadi, capogruppo alla Camera – e subito dopo i ballottaggi bisognerà mettersi ad un tavolo per realizzare programmi e alleanze che ci portino a vincere le elezioni e governare il Paese». Quanto all'ipotesi di allargare all'Udc la «foto di Vasto» la posizione dell'Idv è piuttosto tiepida: «Non ci sono pregiudiziali, bisogna guarda alla serietà delle proposte e dei contenuti. Ma serve una chiarezza iniziale per evitare che si possa dar vita ad alleanze disomogenee». Ma il centrosinistra è anche protagonista di una lotta fratricida a Palermo, dove al ballottaggio sono andati Leoluca Orlando – sostenuto da Idv, Fds-Verdi – e Fabrizio Ferrandelli, vincitore delle primarie del Pd, appoggiato da Bersani, Sel e socialisti. Il primo ha i favori del pronostico, grazie al 47,4% (105.286 voti) ottenuto lo scorso 7 maggio, contro il 17,3% dell'avversario. La sfida dei due è partita subito dopo le primarie, quando Orlando decise di scendere in campo non riconoscendo l'esito delle consultazioni che avevano decretato la sconfitta di Rita Borsellino. Ma dopo due mesi di tensioni, durante i quali Ferrandelli ha anche querelato Orlando per diffamazione per poi ritirare l'esposto, negli ultimi giorni della campagna elettorale i toni si sono improvvisamente placati e una stretta di mano tra i due ha suggellato la pace; pace che non investe i partiti del centrosinistra, che hanno visto franare la propria rappresentanza in consiglio comunale a vantaggio di una sola sigla, l'Italia dei Valori. Se Orlando fosse eletto, infatti, il partito di Di Pietro, grazie alla nuova legge elettorale, otterrebbe 30 consiglieri su 50, contro i 3 del Pd e i 2 della lista Ferrandelli. Sel e Fds-Verdi sono già fuori per non aver superato lo sbarramento del 5%. Ma anche il Pdl attende di sapere il risultato dei ballottaggi per capire in quante città continuerà a governare. Ma soprattutto perché, dopo il voto, Alfano ha promesso di far conoscere la grande novità che dovrà trasformare il Pdl. Di sicuro Silvio Berlusconi intensificherà il suo pressing su Pier Ferdinando Casini per arrivare a una Confederazione di tutti i Moderati. Ma il leader dell'Udc, al momento, deve ancora digerire la sconfitta del Terzo Polo. E alle future alleanze politiche sembra preferire il refrain del sostegno incondizionato a Monti.

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