Il sociologo: «Stato e mercato stanno distruggendo la famiglia»
Èstato presentato ufficialmente ieri il 7° incontro mondiale della famiglia che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno e che nei tre giorni conclusivi vedrà la presenza significativa del Papa, sul tema «Famiglia, lavoro, festa». Ma è stata anche l'occasione per presentare i risultati dello studio «Famiglia risorsa della società», condotto dal prof. Pierpaolo Donati, ordinario di sociologia della famiglia all'Università di Bologna. «Ci siamo addentrati in un campo minato - ha spiegato il cattedratico - L'obiettivo non era una rilevazione statistica ma valutare i vantaggi comparativi dei vari tipi di famiglia. In altri termini, è lo stesso sposarsi o no, avere un figlio o averne di più? A livello mondiale viene messa in discussione la famiglia che noi definiamo "normocostituita", ordinata sul matrimonio tra un uomo e una donna e sulla stabilità della relazione orientata alla procreazione e all'educazione dei figli. Viene considerata un modello del passato. La sfida era dimostrare che invece è un modello per il futuro». Donati ha fatto riferimento alle recenti dichiarazioni del ministro Fornero: «Dire che la famiglia tradizionale ormai è minoranza e per questo non difendibile sottintende che l'individuo, da solo, sia più soddisfatto, più felice. La ricerca, con dati empirici, dimostra che non è così». Lo studio evidenzia che «sposarsi è un valore aggiunto per la società» e la presenza di figli rafforza «le relazioni tra generazioni e la solidarietà in questi casi è di gran lunga migliore di altre forme di famiglia, più fragili». Donati, tuttavia, non ha nascosto le difficoltà. In particolare quelle economiche, ma non solo, facendo un'affermazione forte: «Il contesto sociale mette la famiglia al muro. Lo Stato e il mercato stanno distruggendo la famiglia. C'è una demonizzazione della famiglia da parte della politica, con un sistema fiscale iniquo e nemico della realtà familiare. Le persone hanno il desiderio di creare una famiglia ma sono ostacolate dalle condizioni esterne». Concetti presenti anche negli interventi del card. Antonelli, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, e dell'arcivescovo di Milano, card. Scola. «Si fa un gran parlare della necessità di fiducia per superare la crisi - ha detto quest'ultimo - E dove la impariamo se non da piccoli, in famiglia? Al di là delle evoluzioni culturali, la famiglia fondata sul matrimonio e aperta alla vita resta la via maestra». «Non è la crisi a penalizzare la famiglia - gli ha fatto eco Antonelli - ma ciò che ha prodotto la crisi economica provoca la crisi della famiglia: una cultura individualista, utilitaristica, il consumismo sfrenato, il relativismo». Il porporato ha anche stigmatizzato la proposta del cosiddetto divorzio breve: «Non va nella giusta direzione: le istituzioni dovrebbero aiutare a costruire le famiglie». A Milano sono attese 300.000 persone per la festa delle testimonianze e un milione per la messa del Papa provenienti da 145 Paesi diversi An. Ac.