Grillo a Bersani: "Sei quasi morto" Lui: "Stai sereno"
Amministrative, the day after. La parola più usata dalla politica è cambiamento. Di fronte a uno scenario mutato - con la vittoria dei grillini a Parma, la sconfitta di Pdl e Lega, la tenuta del Pd - i partiti si trovano a fare i conti in un'Italia appena uscita dalle urne in cui l'unica certezza è il dato allarmante di astensionismo che dà da pensare. Forte dei risultati elettorali, Beppe Grillo, all'indomani sul suo blog, attacca il leader del Pd Pier Luigi Bersani. "Il non morto (ma quasi) di un partito mai nato Bersani ha detto di aver "non vinto" a Parma, Comacchio e Mira. Lo ha spiegato con parole incontrovertibili: "Abbiamo non vinto perché lì erano governati dal centrodestra. Chiaro? C'è forse bisogno di spiegazioni? Chiamate un'ambulanza per un Tso". "Bersani però è affranto, non potrà più costruire l'ennesimo inceneritore nella sua Emilia, a Parma non ci sarà un tumorificio come in altre città governate dal Pdmenoelle come con l'ebetino a Firenze -scrive ancora Grillo prendendosela con il leader del Pd-. Il pollo che si crede un'aquila è quindi tornato sui suoi cavalli di battaglia elettorali: 'Noi non cederemo ai populismi e ai qualunquismi' e alle argomentazioni politiche sulla vittoria del MoVimento 5 Stelle a Parma dovuta a 'una destra che a Parma si è rimpannucciata sostenendo il grillino'. Rimpannucciato il grillino, belin, Bersani batte nell'eloquio Vendola per 5 a 0!". E' solo l'inzio. Sulla disoccupazione Grillo affonda la lama. E domanda (tra il lungo elenco): "chi ha benedetto la legge sul precariato ieri e la "ristrutturazione" dell'articolo 18 oggi?" concludendo poi: "prima di parlare di lavoro, Bersani dovrebbe lavorare, ci provi, in futuro ne avrà bisogno". LA REPLICA Pronta la risposta di Bersani. "Grillo deve stare sereno. Ormai è un capo partito e non gli basterà bestemmiare gli altri. Dica qualcosa di preciso per il Paese, piuttosto. E ripeto, stia sereno". Per il vicesegretario del Pd Enrico Letta il risultato ottenuto ieri è "importante" per il centrosinistra ma, evidenzia a Tgcom24, "rivendicare il successo non vuol dire non capire che questo voto apre scenari nuovi e chiede alla politica cambiamenti e riforme, soprattutto sulla trasparenza. Altrimenti Parma diventa l'Italia. Noi abbiamo colto questa sollecitazione". Anna Finocchiaro (Pd) è dello stesso parere. "Il Pd farebbe un errore se pensasse di continuare a giocare la partita di prima - dice durante Radio Anch'io, in onda su RadioRai -. Lo scenario politico è cambiato. E il Pd deve sforzarsi di pensare e lavorare per uno scenario politico differente". LE REAZIONI POLITICHE E se per il sindaco di Napoli Luigi de Magistris il risultato dei grillini è "straordinario e meritato", il governatore del Veneto Luca Zaia commenta così la vittoria del Movimento 5 stelle: "Vince sempre il popolo che ha dato un'indicazione chiara. E, se le istituzioni chiamate a fare le riforme non le fanno, alla fine e' il popolo che da solo fa l'elezione". Al di là del "tracollo del centrodestra in tutta Italia", della "liquefazione di quello che per anni è stato il leghismo e il berlusconismo", afferma invece il leader di Sel Nichi Vendola, "reputo più significativi i risultati conseguiti a Palermo, a Genova". E osserva: "Se il centrosinistra consente alleanze di ogni tipo non arriva il profumo del cambiamento ma giunge la puzza del conservatorismo", conseguenza del fatto che "quando il centrosinistra si confonde, appare ibrido" nelle alleanze che stringe, ad esempio con l'Udc, "ha il piombo nelle ali e non spicca il volo". "Insieme si vince e il Pd da solo perde", dichiara, a sua volta, il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro. "C'è stata una risposta politica dei cittadini che si presenta nel non voto e nella fiducia che hanno accordato ad un centrosinistra più largo possibile", precisa. Per il segretario del Pdl Angelino Alfano l'affermazione di Beppe Grillo alle amministrative "è il sintomo di un malessere di chi non ritiene che ci siano proposte politiche idonee a governare il Paese. La sua crescita o decrescita -fa notare a 'la telefonata' - dipenderà da come forze politiche tradizionali rispondono al bisogno di trasparenza e di realismo che c'è nei cittadini". Poi conferma che, "non appena la polvere delle amministrative si sarà depositata, nei prossimi giorni" arriverà la "nuova offerta politica" dal Pdl. "Abbiamo le idee chiare con Berlusconi delle cose da dire e da fare", spiega Alfano deciso a riconquistare gli astenuti e che, tra l'altro, risponde "con cifre e numeri" a chi dice che il Pdl è scomparso. "Ci daremo una data per dire cosa intendiamo fare per il futuro". "E' stata una sconfitta e non una disfatta", dichiara Fabrizio Cicchitto (Pdl) sui risultati del voto, convinto che "a vincere davvero è stato il 'partito delle astensioni'" e che la Lega paga gli scandali e la rottura con il Pdl. "Abbiamo eletto trenta sindaci e i nostri voti non sono andati a sinistra o come si dice ai grillini. Il nostro elettorato ha protestato astenendosi dal farlo e lo fanno per via della politica economica del governo". Per la senatrice Adriana Poli Bortone, cofondatrice di Grande Sud, ''i risultati dei ballottaggi rappresentano più che un campanello d'allarme per tutta la classe politica. Non si tratta di contare quanti sindaci siano stati eletti a destra o a sinistra ma quanta gente e' andata a votare. Il 50% degli italiani ha espresso il suo chiaro rifiuto per questa politica e per questi pseudo partiti ed ha decretato la fine di un periodo di ambiguità, di assenza di valori identitari, di mancate risposte''. Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, dal suo blog parla del voto di ieri come di "un'ecatombe". E non solo "per il centrodestra, uscito annichilito dalla prova elettorale" ma anche "per il centrosinistra". "E' vero - aggiunge - che Bersani canta vittoria, ma in realtà festeggia come al solito le vittorie altrui. E anche lui deve guardarsi da Beppe Grillo. Bisogna cambiare. Tutti devono e dobbiamo cambiare''.