Monti: per la crescita avanti col il rigore
«Non è il momento di allentare la presa. Le prossime settimane saranno decisive per l'Italia e l'Europa. La situazione di emergenza non è finita, anche se il nostro Paese ha la coscienza a posto, ora però bisogna puntare tutto sulla crescita». Mario Monti, prima al Forum della Pubblica Amministrazione e poi incontrando la delegazione del Fondo Monetario, è tornato a spingere sulla necessità che l'Europa ponga al centro delle prossime decisioni misure per rilanciare la crescita. Poi ribadisce che «non c'è molta distinzione tra la fase uno, del rigore, e la fase due della crescita. Con la fase uno, quella del rigore e delle riforme strutturali abbiamo cercato di cominciare ad introdurre anche aspetti per la crescita». E spiega che «con le riforme strutturali ci si attende un Pil di 6 punti percentuali più alto di quello che si avrebbe senza riforme». Il premier non manca di fare riferimento alla situazione di allerta che si vive in Italia a seguito degli attentati a sedi di Equitalia, schierandosi al fianco dei dipendenti. «L'insofferenza è legittima ma bisogna rispettare i dipendenti pubblici». La lunga mattinata del premier è terminata con il pranzo di lavoro a palazzo Chigi, dove il premier, assieme al sottosegretario Antonio Catricalà, ha ricevuto per circa tre ore Berlusconi, accompaganto dal segretario Pdl Angelino Alfano e da Gianni Letta. Monti ha espresso la sua gratitudine a tutti i dipendenti della Pubblica amministrazione che «in questa fase di forti tensioni affrontano particolari criticità e persino rischi per la loro incolumità». E a loro assicura «la vicinanza e il supporto del governo». Monti riconosce che «è legittima una certa insofferenza dei cittadini, ma i funzionari pubblici sono da rispettare». Il premier ha poi sottolineato che, anche «se la crisi dovesse tracimare, l'Italia si troverebbe con la coscienza pulita di fronte alla comunità internazionale e ai mercati», tornando ad escludere nuove manovre. Tuttavia, per il premier «c'è ancora molto da fare». Ma, allo stesso tempo, a livello Ue, servono scelte e misure «coraggiose e innovative». In Europa serve «più attenzione agli investimenti produttivi» ha detto rilanciando la richiesta che finora però si è scontrata con la freddezza tedesca, di scorporare dal computo del deficit, la spesa per investimenti. Poi smentisce di aver mai usato la parola «austerità»: tuttavia, la crescita «richiede per un Paese che era sull'orlo del precipizio il consolidamento dei conti pubblici». Infine, il Professore che martedì sera ha avuto un colloquio telefonico con Obama, spiega che «la preoccupazione americana è notevole e accresciuta, come per tutti noi, dal conturbarsi della situazione greca. Questi temi europei saranno quelli più trattati nel G8 di Camp David». In questo quadro di forte allarme, il capo del governo incassa l'apprezzamento del Fondo Monetario Internazionale, che per bocca del direttore del Dipartimento europeo, Reza Moghadam, loda l'azione riformatrice dell'Esecutivo. L'economista del Fmi parla di «notevoli progressi» che hanno fatto dell'Italia un «modello» in Europa. Certo, aggiunge Moghadam, ora servono misure per crescere, a cominciare dalla riforma del lavoro che deve essere approvata al più presto. Il giudizio espresso dagli ispettori del Fondo Monetario Internazionale al termine della consueta missione per la preparazione dell'Article IV è una sostanziale promozione del governo e del suo operato. Ma al tempo stesso è un invito a non abbassare la guardia e a mantenere l'impulso riformatore, perchè le prospettive per l'economia italiana sono tuttora soggette a notevoli rischi al ribasso. Il Paese dunque dovrà completare le riforme, prima fra tutte quella del lavoro, oltre che concentrarsi su una strategia di bilancio che sia sostenibile ma al tempo stesso sostenga la crescita e sul rafforzamento del sistema bancario. Il Fondo avverte che il Paese si troverà comunque in recessione a causa di forti «venti contrari» legati al risanamento finanziario, alle condizioni finanziarie restrittive, e al rallentamento globale. L'attività economica dovrebbe riavviarsi nel 2013 grazie a una «modesta ripresa delle esportazioni e degli investimenti». I rischi a tale scenario, però, sono «orientati al ribasso» a causa delle nuove turbolenze sui mercati e a possibili ritardi nell'attuazione delle riforme annunciate. Tra le raccomandazioni del Fmi c'è quella di «procedere rapidamente all'approvazione della riforma del mercato del lavoro perchè creerà nuovi posti».