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Bagnasco chiede ai partiti di rinnovarsi e continuare le riforme

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Ilrichiamo ai partiti di rinnovarsi in profondità. La richiesta, forte, di lavoro, politiche sociali, politiche familiari. La critica alla cosiddetta anti-politica, che nasconde una certa preoccupazione per l'affermazione del Movimento 5 Stelle. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, apre l'Assemblea Generale dei vescovi. In quattro giorni, i presuli di tutta Italia si confronteranno su molti temi, dalle linee guida per la lotta alla pedofilia (che dovrebbero essere definitivamente approvate) alla proposta di Bagnasco di aprire «sportelli amici» in ogni diocesi, per scongiurare i suicidi degli imprenditori. Con sullo sfondo i funerali di Melissa e il dramma delle popolazioni dell'Emilia, Bagnasco tratteggia la linea dei vescovi italiani. A sostegno del governo, sì. Ma chiedendo in cambio quelle garanzie sul mondo del lavoro e sulle politiche familiari (con il no netto al divorzio breve e alle leggi sulle unioni di fatto) che sono da sempre un cavallo di battaglia dei vescovi. Per quanto riguarda la situazione economica, Bagnasco è chiarissimo: servono sacrifici. Come erano serviti - ricorda - prima del boom economico. È pur vero - dice - che le cose adesso sono parzialmente in ripresa. Ma non si deve fermare lo slancio riformatore. «Stupisce - afferma Bagnasco - l'incertezza dei partiti, che, dopo una fase di intelligente comprensione delle difficoltà in cui versava il Paese, ma anche delle loro dirette responsabilità, paiono a momenti volersi come ritrarre. Non ci sarebbe di peggio che lasciare incompiuta un'azione costata realmente molti sacrifici agli italiani». I partiti sono chiamati a ripulirsi, perché la corruzione in politica è «tradimento del bene comune». Una responsabilità ancora maggiore, visti i recenti risultati elettorali, con dati - come quello sulle astensioni, schede bianche, schede nulle - da «non sottovalutare. Il cittadino - dice Bagnasco - vuole recuperare la piena fiducia nella politica e nei partiti». Partiti che hanno perso fiducia. Ma - afferma il presidente della Cei - «non ci vuole grande intelligenza ad approfittare del disagio oggettivo, né coraggio a denunciare problemi e limiti, o a destabilizzare la collettività: bastano demagogia e slogan inconcludenti». Bagnasco vuole invece un progetto. «Non è più l'ora di ricambi di facciata o di mediocri tatticismi spacciati per visioni politiche. Di pari passo al lavoro sulla dimensione etica, urgono le iniziative che portino crescita e assorbano disagio sociale. C'è bisogno di lavoro, lavoro, lavoro». I vescovi sono preoccupati anche dal numero dei suicidi degli imprenditori, chiedono agli enti maggiori criteri di flessibilità. «Stato, Amministrazioni ed Enti pubblici - afferma Bagnasco - paghino senza ulteriori indugi i debiti contratti con i cittadini e le aziende».

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