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«Trenta secondi di terrore, poi la fuga»

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Parla una studentessa di Giurisprudenza a Ferrara svegliata da un boato

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Intanti alle prime scosse si sono ritrovati in strada trascorrendo una notte che difficilmente si potrà dimenticare. «Sono stati 20-30 secondi di autentico terrore: tutto tremava e ondeggiava, una rete di un materasso accostato alla parete mi è caduta addosso, poi il tonfo di un quadro che si è staccato e il rumore di vetri infranti. Non sapevo cosa fare, sono rimasta inchiodata al letto sperando che tutto finisse in fretta». A parlare è Clarissa Dal Bello, 21 anni a luglio, studentessa universitaria alla facoltà di Giurisprudenza. Racconta quei momenti terribili della scorsa notte, quando la scossa più violenta del terremoto, intorno alle 4, l'ha svegliata. Clarissa è di Treviso ma da due anni vive e studia a Ferrara condividendo con altre due studentesse un appartamento al quinto piano di un condominio in Corso Porta Po. Ieri sera era sola. «La scossa mi ha svegliato di soprassalto: il letto ondeggiava e tutto intorno a me tremava - rievoca la giovane con la voce ancora concitata - Per 20-30 secondi sono rimasta inchiodata sotto le lenzuola, ero paralizzata dalla paura. Quando il peggio è passato, ho sentito delle voci sul pianerottolo, mi sono messa qualcosa addosso e sono uscita anch'io. C'era tutto il condominio che correva giù dalle scale. Molta altra gente l'abbiamo poi trovata in strada. Erano tutti attaccati al cellulare - racconta Clarissa - volevano sapere di parenti e amici. Anche io ho provato a contattare i miei genitori a Treviso per tranquillizzarli, ma per 4 volte la linea non ha agganciato. E la mia angoscia è aumentata: dove potevo andare? Non ci sono treni a quell'ora. Dovevo per forza trovare una macchina per andarmene. Quando sono riuscita a parlare con mia madre è stato un sollievo: ci siamo accordate perché venisse a prendermi, ora sono qui con lei, ho raccolto un po' di cose e siamo pronte per tornare a casa, in Veneto». Clarissa è rimasta in strada fino alle 5 del mattino. «Verso le 5.30 - ricostruisce - ha saputo del crollo del capannone a Bondeno, un paese qui vicino, e dell'uomo che era rimasto sotto le macerie. Lì ho capito di essere stata miracolata. Rientrata a casa mi sono subito collegata su facebook per sapere come stavano i miei amici: tutto bene, per fortuna. Ma è stata una notte terribile, non la dimenticherò mai». In tutta la zona colpita da sisma oltre all'intervento della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco arrivati tempestivamente che hanno realizzato a tempo di record una tendopoli con 4.500 posti letto. Su posto anche la Croce Rossa Itaiana impegnata nelle operazioni di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia. Sono circa 200 i volontari al lavoro, 40 i mezzi e 12 le tende pneumatiche montate ad uso centro di accoglienza. Sono stati allestiti 120 posti letto e si sta dando assistenza a 350 persone: 50 posti letto a Camposanto, 30 a Finale Emilia, 20 a Mirandola, per la provincia di Modena. Sono 30 i posti letti a Bondeno (Ferrara). Operativi 3 Posti Medici Avanzati Cri.

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