Monti fa il «tessitore» ma il governo rischia
Poi,nel pomeriggio, il premier Mario Monti ha visto il leader dell'Udc Pierferdinando Casini, per cercare di placare le fibrillazioni nella maggioranza. Nel quartier generale del Fisco, il premier Monti ha portato la sua stima e solidarietà ai vertici e ai lavoratori dell'amministrazione fiscale. Il presidente del Consiglio e ministro dell'Economia ha stigmatizzato i «numerosi atti di intimidazione ed aggressione» che «vanno condannati con grande fermezza» e, citando Carlo Levi, ha avvertito tutti coloro che utilizzano l'onda delle polemiche che «bisogna porre molta attenzione alle parole che si utilizzano» perché «le parole sono pietre e, purtroppo, nel clima difficile che sta attraversando il nostro Paese» possono indurre a «inaccettabili atti violenti». In ogni caso «pagare le tasse è un dovere, poi possiamo e dobbiamo discutere su come ridurre la pressione fiscale». Monti assicura: «Stiamo cercando di costruire insieme un nuovo rapporto tra il cittadino e il fisco dove il fisco deve diventare sempre più efficace e sempre meno intrusivo. Un'operazione che ci vede tutti impegnati a rendere le tasse accettabili». È stato il direttore dell'Agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia, Attilio Befera, ad accogliere il premier. «Il nostro è un lavoro difficile e ingrato. Averla qui oggi con noi - ha detto rivolto al premier - ci è di incoraggiamento e rafforza la motivazione a proseguire nell'adempimento del nostro dovere, consapevoli che lavoriamo nell'interesse di tutta la nazione». Monti e Befera hanno parlato delle norme che potrebbero portare un allentamento delle tensioni. Tra le novità si ipotizza un calo dell'aggio, la remunerazione che Equitalia prende (9%) sull'attività di riscossione. Ancora attesa invece sulla questione della certificazione dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione per le imprese e per una eventuale compensazione con le somme iscritte a ruolo. Nel pomeriggio il vertice con Casini. Monti tenta di appianare le fibrillazioni nella maggioranz in vista del G8 di Camp David, il summit Nato di Chicago e il vertice straordinario Ue. «Non vedo rischi di rotture - dice Casini - è il momento della responsabilità e della serietà. Nessuno ama farsi del male. Creare rotture sarebbe autolesionismo. Sarebbe deleterio se le forze politiche che si sono sacrificate per sostenere la nascita del governo oggi facessero un passo indietro». Ma il caos regna ancora nella maggioranza: dal braccio di ferro col Pdl sulla giustizia, allo stallo sulla legge elettorale, dai voti contrari del Pdl sulle commissioni bancarie alla richiesta di politiche più incisive sulla crescita richieste dal Democratico Pier Luigi Bersani.