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Merkel accerchiata: "La linea non cambia"

Il cancelliere tedesco Angela Merkel

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L'assalto alla diligenza era partito dopo le prime proiezioni. A risultati acquisiti, con la conferma del crollo della Cdu nel land della Nord Reno-Westfalia, ci ha pensato la stampa internazionale a dare altre picconate alla linea europea di Angela Merkel. «La cancelliera ora è più vulnerabile», scriveva ieri il New York Times, convinto che la batosta potrebbe «convincerla ad allentare la presa sui tagli al bilancio nell'Eurozona e a fare invece di più per rafforzare l'economia». È cominciata così la giornata più nera di Frau Merkel. La pesante sconfitta nella regione più popolosa del Paese (da sola garantisce un quinto del Pil tedesco) non poteva passare indolore. Una Cdu che perde il 9% non è solo un problema interno alla Germania, al di là della borsa che crolla (Francoforte a -2%) o delle elezioni del 2013. «Il risultato tedesco è la chiara sconfitta della linea rigorista». Questo il mantra ripetuto in tutta Europa. Inevitabile la correlazione con i risultati in Grecia, Italia o Francia. Ed è proprio col premier fracese «in pectore» che Angela Merkel testerà le prime conseguenze del tracollo. Stasera Hollande incontrerà la cancelliera a Berlino. Il leader socialista ha assicurato che «si tratta solo di un primo contatto, non affronteremo temi specifici e non avanzo pretese solo perché lei ha perso un'elezione regionale». Ma sul tavolo ci sarà ovviamente la richiesta di ammorbidimento del fiscal compact. La cancelliera, accerchiata, ha reagito attaccando: «È una giornata amara per la Cdu - ha detto - ma non avrà assolutamente effetti sulla nostra politica europea. Non c'è alcuna contraddizione tra rigore e crescita». Anche se un parziale ammorbidimento si intravede quando si parla di Grecia: «La solidarietà verso Atene cesserebbe solo se loro non rispettassero gli impegni, ma noi dobbiamo fare di tutto per aiutarli e per ottenere la crescita». È un anticipo di quel difficile equilibrio che la Merkel dovrà trovare da ora in poi. Da un lato c'è la voglia di liquidare tutto come se si trattasse di una batosta circoscritta e le responsabilità siano da addeditare al carisma della candidata socialista Hannelore Kraft (futura avversaria alle nazionali?) e alle gaffe di Norbert Röttgen, suo ministro dell'Ambiente immediatamente dimessosi dalla guida della Cdu del land. Ma la partita si gioca anche a livello internazionale: bisogna mantenere l'asse con la Francia concedendo qualcosa a Hollande senza abbandonare la strada del rigore e non sottovalutando le richieste di chi, nella Nord Reno-Westfalia, è stato affascinato dalla Kraft e dalla sua idea di «ridurre il debito a piccoli passi». C'è in gioco la poltrona: i risultati nel land più popoloso spesso anticipano svolte nazionali. Angela lo sa bene: l'ultima volta, ne aveva approfittato lei.

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