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In Italia recessione più dura, corre la Germania

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Unpasso indietro dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, già fortemente negativo, e calo dell'1,3% rispetto al primo trimestre del 2011. Per un dato così negativo bisogna tornare indietro al 2009 e il periodo gennaio-marzo segna il terzo trimestre consecutivo in rosso per l'economia italiana. Crescita zero del pil poi tanto nell'eurozona quanto nella Ue-27. In questo contesto difficile riparte invece la locomotiva tedesca: il pil della Germania, dopo la frenata (-0,2%) dell'ultimo trimestre del 2011, nel primo trimestre 2012 è infatti cresciuto dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. Oltre le attese. Impulsi positivi sono venuti dall'export, cresciuto all'inizio dell'anno, e sono aumentati anche i consumi interni; situazione che ha in parte compensato la contrazione degli investimenti. Occorrerà verificare nei prossimi mesi se l'economia tedesca saprà mantenere questa tabella di marcia, considerato che l'indice Zew, che misura le aspettative sull'economia tedesca, ha segnato a maggio un ribasso a 10,8 da 23,4 di aprile. «Siamo in recessione, il tasso di disoccupazione è molto alto, al 9,8%, quindi dobbiamo assolutamente, pur mantenendo un equilibrio dei conti pubblici, fare anche crescita», ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. «È molto importante che Monti a livello europeo porti questo punto di vista - ha aggiunto - ed è importante che cambino anche alcune regole europee. Anche noi dobbiamo ridurre la spesa pubblica improduttiva e trovare le risorse per investire e abbassare le tasse che è l'unico modo per poter riprendere a crescere». La Confcommercio rileva come il nostro Paese «soffra di un gap di produttività sistemico, che amplifica negativamente le fasi recessive ed è insufficiente nelle fasi di ripresa». In Italia la crisi tocca soprattutto l'industria e i servizi mentre l'agricoltura tiene e, anzi, aumenta il proprio valore aggiunto.

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