Bombe molotov contro Equitalia
Un attentato preparato con cura, pianificato, a cui hanno partecipato più persone. Ne sono covinti gli investigatori che ricostruiscono l'attacco alla sede di Equitalia a Livorno, avvenuta intorno alle 4,30 di ieri. Un petardo e due molotov sono state lanciate contro l'ingresso di via Indipendenza. Una delle due bombe, entrambe realizzate con bottiglie di birra, non è esplosa. Gli inquirenti le stanno analizzando, compiendo accertamenti tecnico-scientifici. Sul lato della sede di Equitalia che affaccia su piazza San Pietro e Paolo sono stati trovati degli stracci parzialmente bruciati sotto il portone, segno di un tentativo di incendio. Questi elementi fanno ritenere agli inquirenti che almeno tre persone abbiano preso parte all'attentato. Ci sarebbe anche un video in cui si vedono sei-sette persone che corrono nelle vicinanze della sede di Equitalia, nei frangenti dell'attentato. Sarebbe una delle ragioni alla base dell'ipotesi che si tratti dell'opera di un gruppo - gli investigatori ritengono dell'area anarchica-antagonista - e non del gesto di un singolo esasperato dalle tasse. Tracciate anche scritte sui muri, tra cui «lotta continua» e «ladri». Reagiscono il governo e i partiti. Giovedì il presidente del Consiglio, Mario Monti, incontrerà, negli uffici dell'Agenzia, il direttore, Attilio Befera. Intanto è il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, a dire: «Chi colpisce Equitalia colpisce lo Stato». Mentre il vice ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, condanna ogni forma di protesta violenta contro l'agenzia: «È sbagliatissimo, Equitalia non è il nemico ma è lo Stato. Mi scuso in anticipo se alcuni cittadini, come può accadere e non dovrebbe, essendo perfettamente in linea con i propri doveri di cittadini e contribuenti, sono stati disturbati nella loro attività. Però - precisa Grilli - il processo di lotta all'evasione è una questione di doveri verso lo Stato e verso i propri concittadini». I partiti fanno quadrato, condannano la violenza ma avanzano la proposta di modificare la normativa, rendendola meno rigida. Il primo a parlare è il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «Va condannata in modo fermissimo e senza equivoci qualunque tipo di violenza nei confronti di Equitalia e dei suoi esattori», spiega. Poi aggiunge: «Quello che sta accadendo mette in evidenza che ci sono problemi nell'approccio di Equitalia con i contribuenti, specie poi con quelli che magari vengono messi sul lastrico perché hanno dei crediti non esigiti dallo Stato. Ne consegue pertanto che se è giusto condannare la violenza contro gli esponenti di Equitalia, bisogna che Equitalia riconsideri tutto l'approccio che ha con i cittadini perché si sta manifestando un tipo di tensione che è determinato da ragioni reali con cui bisogna fare i conti. È anche da esaminare - conclude Cicchitto - il rilievo fatto da uno degli esattori a proposito di eventuali interventi che vanno fatti a livello legislativo». Ancora più netto Paolo Gentiloni (Pd): «Il susseguirsi di attacchi contro Equitalia è vergognoso. Se continua così scenderemo in piazza per difenderla», ha scritto l'ex ministro su Twitter. Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ricorda «tutti quei lavoratori che stanno all'Agenzia delle entrate o ad Equitalia. Fanno un lavoro che è imposto loro dalle leggi. Prendersela con loro significa prendersela con delle persone che invece cercano di fare una cosa importante in questo Paese: combattere l'evasione». Mentre Maurizio Fugatti (Lega) spiega che «è opportuno che il governo dia mandato a Equitalia di attuare una moratoria delle posizioni dei contribuenti più a rischio per instaurare una procedura conciliativa al fine di evitare le tragedie che stiamo vedendo in questi giorni». Insomma, «Occorre dare un segnale in tal senso al fine di dare ai contribuenti la possibilità di poter onorare il loro debito, ma in condizioni di fattibilità». Attacca Stefano Pedica (Idv), che condanna la violenza e poi sottolinea: «Bisogna comprendere l'esasperazione di chi è incappato nelle maglie di Equitalia, una società che finora si è dimostrata forte con i deboli e disponibile con i forti. E le parole del viceministro Grilli, che ora chiede scusa ai cittadini per il disturbo arrecato dallo Stato, arrivano tardi e suonano come una vera e propria beffa». I Liberal del Pd hanno organizzato un gruppo di deputati che si occuperà di fare proposte per modificare la normativa: «Al netto della lotta sempre più urgente a fenomeni di evasione fiscale, risulta necessario ripensare le modalità e i criteri che disciplinano le procedure di riscossione, rivedendo in primo luogo il carico degli interessi e delle sanzioni, che fanno spesso lievitare gli originari debiti di oltre il 100%, e introducendo forme di trasparenza, partecipazione e controllo in linea con il modello europeo, centrate sui diritti del contribuente, peraltro consacrati dal legislatore con una legge, la 212/2000 (Statuto del contribuente), largamente poco conosciuta e ancor meno applicata».