Vegas: attenzione alla dittatura dello spread
CosìGiuseppe Vegas, presidente della Consob, spiega nella sua seconda Relazione annuale al mercato i rischi che derivano dalla diffusione di strumenti finanziari troppo sofisticati. «Legislatori e autorità devono chiedersi se alcuni tipi di innovazione rappresentino per i risparmiatori un bene o un male», nel secondo caso «non devono avere remore intellettuali a opporre semplicemente divieti alla diffusione di prodotti e pratiche nocive, anche per evitare ricadute sistemiche», sottolinea vegas. Il numero uno della commissione fa esplicito riferimento ai credit default swap «nudi» (cioè senza una posizione sottostante da coprire), che possono prestarsi a utilizzi «meramente speculativi», al trading algoritmico e in particolare all'high frequency trading (hft), tecnica che consente di inserire, eseguire e cancellare ordini nell'arco di millisecondi e agli etf, i fondi di investimento quotati che replicano un indice di mercato. Nella relazione emerge anche che la crisi ha determinato un calo della propensione al rischio degli investitori italiani: la percentuale di famiglie che investono in strumenti finanziari rischiosi (azioni obbligazioni, risparmio gestito e polizze vita) è diminuita infatti di 3 punti percentuali, attestandosi al 17% dal 20% del 2010 (l'82% circa è rappresentato da depositi, risparmio postale e titoli di Stato). È boom invece per gli investimenti in depositi e risparmio postale, il cui peso nel portafoglio delle famiglie è salito di due punti percentuali dal 44% circa del 2010. Vegas ha sottolineato che in Europa cresce «l'insofferenza nei confronti della dittatura dello spread, vista come ostacolo alle aspirazioni dei popoli. I cittadini non accettano di pagare per scelte su cui non sono chiamati a decidere». «Lo spread si basa sui fondamentali dell'economia. Tuttavia - ha però aggiunto - incorpora un giudizio di valore sintetico e soggettivo che, spesso, li travalica». Per questo «affidare il nostro futuro a un numero costituisce anche un modo di abdicare ai nostri doveri». Per svincolarsi dalla dittatura dello spread, «bisogna guardare ai fondamentali economici e operare per renderli più solidi», rivedere il ruolo del pubblico nell'economia, ma anche non «ignorare i fattori positivi che esistono. C'è bisogno di fiducia».