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Ancora una volta Fornero piange lacrime di coccodrillo

Il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero

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Non si può certo dire che Elsa Fornero sia un ministro che si vergogna di mostrare pubblicamente le proprie emozioni. Né di dire apertamente ciò che pensa. Dopotutto esordì davanti alle telecamere con un pianto che è ormai entrato nella storia. Poi sono arrivate le sue frasi sui giovani italiani che, poveri illusi, ancora inseguono il posto fisso. Ieri l'ultima performance. Il ministro del Lavoro, ospite dell'assemblea di Confcooperative, ha deciso di vuotare il sacco è ha detto apertamente agli italiani che il governo ha effettivamente fatto un po' poco per i più «deboli» e che in effetti «qualche responsabilità» ce l'ha pure lei. Poi, come se non bastasse, ha spiegato che la riforma del lavoro realizzata in tempi di crisi «può spingere in "nero" alcune occupazioni». Insomma l'esecutivo sta realizzando cambiamenti che potrebbero spingere verso l'illegalità dove qualsiasi tutela viene meno. Non male. Non a caso il «mea culpa» di Fornero non piace al leader della Cgil Susanna Camusso: «Serve a poco se non si cambia orientamento». E anche l'illegalità, ribadisce il sindacato, non è certo «ineluttabile» e «va contrastata». Con una facile battuta verrebbe da dire che quelle del ministro continuano ad essere «lacrime di coccodrillo» versate quando ormai il danno è fatto. Ma Fornero non riconosce solo colpe e, anzi, difende le nuove norme che riguardano il mercato del lavoro che sono in attesa di iniziare il proprio iter in Parlamento, dove intanto sibi arrivate 27 proposte di modifica presentate dall'esecutivo (dall'articolo 18 al "refuso" sui ticket sanitari per i disoccupati che riottengono l'esenzione). «I costi - sottolinea il ministro - sono tollerabili rispetto ai risultati attesi, di grande importanza». Risultati che si avranno se il provvedimento riuscirà a incassare il via libera delle Camere: un obiettivo che ora sembra più vicino, dal momento che fra i partiti sembra si sia raggiunta un'intesa sulle modifiche. Il Pdl ha infatti incassato, così come annunciato dal presidente dei senatori Maurizio Gasparri, cambiamenti sulla flessibilità in entrata e in particolare sulle partite Iva e sui contratti a tempo. Da parte sua il Pd avrebbe invece ottenuto un incremento dei fondi per gli ammortizzatori sociali dei parasubordinati (nel caso migliore si tratterebbe di 200 milioni spalmato su più anni). Gli emendamenti dei relatori saranno comunque formalizzati stamattina, per poi essere votati la prossima settimana. Tra le parti che vengono ritoccate ci sarebbe anche quella che riguarda i poteri dei giudici, che vengono limitati rispetto a quanto previsto dal ddl, nei casi dei licenziamenti disciplinari. Novità anche per i congedi dei padri: si prevede che sarà obbligatorio un giorno. Poi sarà facoltativo e in accordo con la madre per gli altri due giorni previsti. Nel frattempo non si placa lo scontro governo-sindacati sui lavoratori esodati. Fornero ha presentato alle organizzazioni sindacali il decreto sui 65 mila lavoratori che saranno salvaguardati rispetto alle nuove regole per accedere alla pensione, rinviando però la discussione sul resto di coloro che hanno fatto accordi entro il 2011 per l'uscita dal lavoro e che rischiano, a causa delle nuove regole, di restare nei prossimi anni senza impiego e senza assegno. Questa strada per i sindacati non va bene e deve essere cambiata, perché - sostengono - crea disparità, mentre va trovata una soluzione per tutti. Il ministro ha confermato l'intenzione di salvaguardare solo quelle persone che hanno lasciato il lavoro entro il 4 dicembre 2011 e che matureranno i vecchi requisiti per il pensionamento entro il 2013. La copertura sarà quindi di due anni e il vincolo delle risorse, ha evidenziato, «non può essere messo in discussione». Per quelli che sono fuori dai 65 mila, «si vedrà. Mi prendo tutta l'impopolarità di un provvedimento impopolare». Il decreto interministeriale (è coinvolto anche il ministero dell'Economia) dovrebbe essere emanato entro maggio. Ma a breve, già la prossima settimana, ci saranno altri incontri tecnici per trovare una soluzione per i lavoratori che rischiano di rimanere senza lavoro e senza pensione.

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