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Un giorno terribile. Equitalia reagisce

Poilizia davanti alla sede Equitalia

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Una giornata terribile. Che conclude una settimana che si era aperta con il blitz di Luigi Martinelli nella sede dell'Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia (Bg). Un gesto disperato. Come i suicidi che hanno segnato, con una cadenza inquietante, i giorni successivi. Sullo sfondo la protesta dei sindaci pronti ad organizzare agenzie di riscossione "fai da te". Ma anche gli allarmi bomba: due a distanza di 24 ore a Genova e L'Aquila. Fotogrammi di quella che è ormai a tutti gli effetti una guerra. Il nemico ha un nome preciso: Equitalia. Volto pubblico e incarnazione di quel "mostro" che è il nostro sistema fiscale. Il direttore Attilio Befera, non più tardi di tre giorni fa, ha fornito il suo "bollettino": «Dal luglio scorso i dipendenti di Equitalia e dell'Agenzia delle Entrate hanno subito 270 atti di intimidazione». Dopo ieri il bilancio andrà rivisto. Certo, non è una novità, da sempre i gabellieri sono malvisti dal popolo. Ma il clima che si respira oggi in Italia sembra essere ben oltre il livello di guardia. Il fatto più preoccupante della 24 ore terribili degli uomini del Fisco, si è verificato a Roma dove un pacco contenente polvere pirica e silicone, ma senza innesco (secondo gli artificieri non poteva né esplodere, né incendiarsi), è stato recapitato alla direzione generale di Equitalia. Nessun rischio, quindi, ma tanta preoccupazione visto che qualche ora prima era stata consegnata nella sede del Corriere della Sera a Milano, la rivendicazione dell'attentato all'amministratrore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi. Una lettera in cui la Federazione anarchica informale avvertiva: «Potevamo colpire qualche funzionario di Equitalia, ma non siamo alla ricerca del consenso». Quasi contemporaneamente, a Legnano (Mi), venivano trovati, affisi sulla targa di una sede dell'Agenzia delle Entrate, in una filiale dell'Inps e all'esterno della fabbrica, quattro vecchi volantini siglati Br. A Napoli, invece, un presidio davanti alla sede di Equitalia è degenerato in violenti scontri con la polizia e alla fine 12 agenti e alcuni manifestanti (in totale erano 200) sono rimasti feriti e contusi. Altri due fatti di cronaca si sono poi registrati a Melegnano (Mi), dove due ispettori di Equitalia sono stati aggrediti e malmenati dal titolare di un'impresa edile (l'uomo incensurato è stato denunciato. E a Viterbo. Qui un imprenditore settantenne, pieno di debiti e con l'azienda dichiarata fallita, ha minacciato di uccidere gli impiegati della locale Agenzia delle Entrate. «Ora vado là con una pistola - ha annunciato in una telefonata a un sindacalista della Uil -, uccido tutti e poi mi ammazzo». La Digos ha fatto irruzione nella sua abitazione e lo ha denunciato per procurato allarme. Allarme che però resta, in tutta Italia, dove il timore che l'esasperazione generale possa creare fenomeni di emulazione è più che mai presente. Anche per questo Equitalia ha deciso di diramare una nota ufficiale che è allo stesso tempo un appello, ma anche un tentativo di creare una rete di solidarietà attorno a quello che è ormai diventato un bersaglio. «È inaccettabile - si legge - continuare a scaricare irresponsabilmente su Equitalia la colpa di gesti estremi e situazioni drammatiche, che hanno invece origini diverse e lontane e che stanno esplodendo solo oggi a causa della crisi economica. Eventi tragici da non spettacolarizzare, per i quali Equitalia esprime profonda vicinanza alle famiglie coinvolte». «La troppa superficialità con cui negli ultimi tempi si è associato a Equitalia il termine suicidio - prosegue la nota - sta avendo come effetto di alimentare tensioni sociali, oggetto di facili strumentalizzazioni, che sfociano in vere e proprie guerriglie, in minacce e in aggressioni fisiche a dipendenti impegnati nel proprio lavoro. Nel sottolineare la propria preoccupazione per questi episodi Equitalia esprime massima solidarietà a tutto il personale e auspica che tutti, istituzioni, media, società civile e mondo imprenditoriale, si impegnino per ripristinare quel clima di dialogo e collaborazione indispensabile per placare tali tensioni». Insomma è giunta l'ora di rompere quel muro di silenzio che, purtroppo, ha accompagnato in queste settimane la "battaglia" contro Equitalia. Soprattutto il silenzio dell'esecutivo che non ha speso molte parole per difendere quella che, fino a prova contraria, è un'agenzia del ministero delle Finanze che opera secondo le regole previste dalla legge. Anche per questo il premier Mario Monti, pur evitando di commentare i fatti di ieri, ha annunciato che giovedì prossimo visiterà l'Agenzia delle Entrate dove incontrerà il direttore Befera e i vertici dell'amministrazione fiscale. Intanto solidarietà è arrivata da tutte le forze politiche e dai sindacati. La speranza è che basti per fermare una spirale di violenza inaccettabile.

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