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Peluffo: «Basta sprechi e zone d'ombra. Finanziamo i giornali veri»

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Maanche un disegno di legge per provare a disegnare il mercato editoriale del futuro. Il Consiglio dei ministri li ha approvati ieri avviando una riforma che, come spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Editoria, «era assolutamente necessaria». «Avevamo tre motivi per agire d'urgenza - prosegue -. Il primo era il fatto che il decreto Salva Italia aveva previsto un periodo transitorio di due anni, gli ultimi, di contributo diretto a quotidiani e periodici (dal 2014 si passerà ad un sistema di incentivi ndr). Contemporaneamente, però, il Bilancio aveva ridotto questi finanziamenti. Le leggitime aspettative delle imprese, quindi, dovevano fare i conti con le risorse decurtate. Operando con il decreto, non creiamo false aspettative che poi non possono essere corrisposte perché mancano gli stanziamenti». Poi il nodo forse più importante. «In questi anni - riprende Peluffo - i contributi, a causa di alcune distorsioni, sono state usate male. Con la Guardia di Finanza abbiamo lavorato fianco a fianco per eliminare tutte le "zone d'ombra" e le incongruità». Il sottosegretario fa alcuni esempi: «Il contributo era legato alle copie stampate e questo spingeva i giornali a stampare copie di cui non avevano bisogno per raggiungere il massimo del contributo. Insomma, si favorivano scelte imprenditoriali sbagliate. Non solo, ma veniva rimborsato qualsiasi costo, persino la tinteggiatura». «Con il decreto - sottolinea - si riduce il rimborso a poche tipologie di costi, rendendolo controllabile ed eliminando le aree dove si potevano annidare false fatturazioni. Non solo ma andiamo a premiare e a rimborsare l'occupazione regolare di giornalisti e poligrafici, la stampa dei giornali e la distribuzione». Insomma, basta con gli «spazi produttivi falsi», l'obiettivo è «finanziare i giornali veri». E chi non ce la fa, ha comunque la possibilità di «non perdere la propria voce passando al digitale» (per chi opererà esclusivamente sull'on line è previsto un contributo biennale che coprirà il 70% dei costi e la corresponsione di 0.10 euro per ciascuna copia venduta in abbonamento ndr). Ultimo punto l'informatizzazione delle edicole: «In un sistema fondato sulle copie vendute è importantissimo avere degli strumenti per verificare le vendite effettive. Per questo abbiamo previsto un credito di imposta di cui beneficeranno le edicole che aderiranno alla rete informatica». La rivoluzione, insomma, può iniziare. Anche se la svolta completa arriverà con l'approvazione del ddl. Una sola nota stonata. I provvedimenti del governo arrivano nel giorno in cui i liquidatori annunciano che Il Manifesto cesserà la propria attività. Potrebbero esserci ancora dei margini di trattativa. Si spera. Nic. Imb.

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