Napolitano frena Grillo. "Non vedo alcun boom"
Il «fulmine» di Giorgio Napolitano arriva, inaspettato, poco dopo le 11 del mattino, all'inaugurazione di una mostra sulle Poste Italiane a Roma: «Di boom ricordo quello degli anni '60, altri non ne vedo» risponde il presidente della Repubblica ai cronisti che gli chiedono un commento sul «boom» elettorale del Movimento di Beppe Grillo. Certo, aggiunge il Capo dello Stato, l'esito delle elezioni amministrative deve far riflettere le forze politiche e i cittadini. «Una volta si diceva che le amministrative avessero un rilievo essenzialmente locale - nota - e magari era vero fino ad un certo punto», tuttavia, aggiunge Napolitano, quello dell'altro ieri è un «test piuttosto circoscritto perché il numero degli elettori non era grandissimo», ma ugualmente dà «motivi di riflessione». Riflessione che deve essere «delle forze politiche e dei cittadini, sui rapporti con la politica e i problemi della governabilità». Problemi che, avverte il Capo dello Stato, «si pongono oggi a livello locale ma anche a livello nazionale in diversi Paesi». Il comico genovese non ci sta e replica dopo pochi minuti. Grillo si dice «a bocca aperta», spiega che Napolitano ha «minimizzato il voto», e aggiunge: «È vero! Il M5S è solo terzo ed è nato solo due anni e mezzo fa e non ha fatto boom. Forse ha fatto bim bum bam? O Sim sala bin? Napolitano è preoccupato per il futuro», scrive Grillo sul suo blog, insistendo sul fatto che «i partiti (quelli che facevano boom) non se li fila più nessuno». Il comico non indietreggia di un millimetro e, forte del successo, anche se concentrato soprattutto al Nord del Paese, avverte che il movimento continuerà a crescere: «L'anno prossimo si terranno le elezioni politiche». Poi la stoccata al Capo dello Stato: «Subito dopo sarà nominato il successore di Napolitano, che potrà godersi il meritato riposo. Se il MoVimento 5 Stelle farà boom (come quello dei favolosi anni '60), il prossimo presidente non sarà un'emanazione dei partiti, come la Bonino, e neppure delle banche, come Rigor Montis. I giochi per il Quirinale sono in corso da tempo. Si sono già venduti la pelle degli italiani» conclude Grillo. Arriva pure il richiamo alla responsabilità. Secondo il comico genovese, il Quirinale «rappresenta anche il MoVimento 5 Stelle e anche, dopo queste elezioni, i suoi circa 250 consiglieri comunali e regionali scelti dai cittadini. Il boom del M5S non si vede, ma si sente». E finisce: «Boom, boom, Napolitano!». Inevitabile che sul web, il luogo in cui il movimento di Grillo è nato e cresciuto, si scateni il caos. «Napolitano non è il mio presidente!». Una selva di «vaffa» travolge il Capo dello Stato sul blog di Grillo. «Napolitano, ti devi dimettere!», urla Andrea. E Silvia: «Napolitano vergogna! vergognatevi tutti!». «Ha offeso me e tutti i simpatizzanti 5 Stelle: chi ha l'arteriosclerosi non dovrebbe governare», afferma Daria. «L'unico boom che ricorda è quello degli anni '60? - commenta Alessandro - È la conferma che politicamente è fuori dal tempo e dalla storia». I messaggi sono parecchi: «Oggi alla riunione di condominio ho mandato affanculo l'amministratore... mi ricordava Napolitano!», scherza Fabiana. «Il sig. Giorgio Napolitano (non è il mio presidente della Repubblica) nega l'exploit del Movimento. Peccato che milioni di cittadini italiani che hanno votato poche ore fa non la pensino come lui!», commenta Gennaro. «Napolitano è degno di quell'epoca della partitocrazia che va definitivamente a estinguersi - aggiunge Max R. - A lui l'onore di fare ai partiti esequie di stato quale portavoce della loro immoralità». C'è chi ironizza: «Urgente. Una badante per Napolitano...», «il presidente legge la Pravda». C'è chi propone di scrivere al Quirinale «in maniera chiara e rispettosa (anche se è difficile)», per dire che le parole del capo dello Stato non sono «democratiche». E ci sono infine alcuni che usano toni molto duri. «Napolitano trovati un loculo e sparisci!», scrive Francesco. Invece invita i partiti a riprendersi in fretta dalla batosta, lo scrittore Andrea Camilleri, secondo cui «la politica italiana non deve fare i conti con Beppe Grillo. Bisogna che i politici risalgano a bordo, al contrario del comandante Schettino. Il movimento di Grillo è quello di un uomo qualunque. L'impressione è che i grillini siano meglio di Grillo». Certo, ammette Camilleri, «ben venga se questi uomini di Grillo saranno dei buoni amministratori, ma la politica è altra cosa. È la funzione più alta dell'uomo, spendersi per gli altri, organizzare la civiltà e il costume degli altri, organizzare il lavoro, organizzare il convivere». Dal Partito democratico arrivano critiche: «Beppe Grillo, ormai "Maestro del nulla", lo stesso che nei suoi improperi senza capo né coda chiede di uscire dall'euro e auspica che i Bot non vengano rimborsati, oggi si scaglia addirittura contro il capo dello Stato. A questo punto, ci chiediamo, quand'è che metterà alla berlina tutti gli italiani che non la pensano come lui?» dice Francesco Boccia. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia (Sel) sprona i grillini affinché «le proposte e le proteste diventino concreti programmi realizzabili». Mentre la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, Italia Futura, avverte: «Demonizzare Grillo è ingiusto e sbagliato, superarlo è urgente e fondamentale».