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Onorevole Guido Crosetto, il Pdl esce dalle elezioni ridimensionato.

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Ciòdeve far riflettere. Chi semina vento raccoglie tempeste, ma vale per tutta la politica che per anni ha avuto un distacco troppo grande con i cittadini. E sta pagando la classe politica che non ha votato testi come il finanziamento ai partiti». Stracquadanio dice che Alfano dovrebbe dimettersi. È d'accordo? «Considero Alfano il più intelligente del Pdl, l'unico leader di partito. Scaricare sulle spalle di una persona che è da poco alla guida del Pdl la responsabilità di una nazione e di un partito che ha una storia di 18 anni è assurdo». Il Pdl ha commesso quali errori? «Più che altro se il Pdl ha commesso errori è perché qualcuno glieli ha lasciati commettere. Il mio cruccio è perché non abbiamo fatto di più noi. Il secondo livello della classe dirigente deve rivendicare uno spazio di parola». Quindi? «Bisogna cercare di abbattere alcuni steccati tra di noi, che sono in realtà tra i leader ma non nell'elettorato, e metterci in movimento riallacciando il contatto con la cittadinanza e battere Grillo sul suo campo». Il progetto Pdl, quindi, non è fallito? «Il progetto di rappresentare i moderati e le persone alternative al centrosinistra non sarà mai morto. Magari non sarà sempre interpretato dal nome Pdl o Forze Italia, ma non muore». Silvio Berlusconi potrebbe lanciare un nuovo soggetto politico. «Lo chiamino Luca o Giovanni il partito, l'importante è creare un contenitore dove si diano risposte e i cittadini si sentano rappresentati». Il Pdl deve allentare il rapporto di fiducia con l'attuale governo? «Mai un appoggio incondizionato». Oggi chi è il miglior alleato del Pdl? «L'idea del contenitore dei moderati è sempre quella vincente. Di sicuro non deve considerarsi conclusa l'alleanza con la Lega». Recuperare l'Udc? «Non credo più alla somma di sigle.Parliamo meno con i leader e di più con la gente. Va rifondato il modo di fare politica in questo paese. Abbiamo molto da imparare da Grillo». Si spieghi. «Io di Grillo contesto il suo modo razzista di fare politica, ma ha aperto le porte a gente che aveva voglia di fare politica. Lui non è l'antipolitica. È più antidemocratico. Sugli strumenti che usa e sul coinvolgimento c'è da imparare». Grillo è l'estremismo in Italia che vediamo avanzare in Francia o in Grecia? «I grillini sono eterogenei. Grillo è nella violenza delle parole e nel razzismo pregiudiziale una persona che mi fa paura. Non ho rispetto per lui e ho paura del grillismo». Lei, un ipotetico prossimo governo di centrodestra lo pensa con Silvio Berlusconi premier? «No, penso che Berlusconi abbia deciso di mettersi da parte». Senta, Monti porta avanti la politica del rigore, perché non riesce a passare alla crescita? «Monti non fa la politica dell'austerity. Lascia totalmente invariata la spesa pubblica. Mira al pareggio di bilancio, ma così è un suicidio. Il sistema italiano non è quello tedesco. È fatto di milioni di piccole aziende. Il tema del credito alle imprese esiste perché le imprese non hanno soldi. Guardi, a proposito di politica, questi tecnici sono più politici dei politici».

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