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L'Alba dorata di Atene spaventa l'Europa

Il meandro, simbolo del partito Alba Dorata è un'interpretazione della svastica nazista

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Nella notte di Atene si accende l'Alba dorata. Il risultato delle urne ha segnato il successo del partito di estrema destra Chrysi Avgi (Alba dorata) passato da un misero 0,23 per cento di tre anni fa, al 6,9 per cento del voto di domenica. Un migliaio di sostenitori del nazionalismo greco sono scesi in piazza a festeggiare. Look da ultrà da stadio, con teste rasate, magliette nere aderenti, torce e fumogeni accesi, slogan urlati: i militanti del movimento che molti considerano neonazista sono scesi in strada urlando contro i giornalisti, considerati «bugiardi», e coloro che considerano «traditori della Patria», che ora devono «aver paura». Il simbolo sulle bandiere è un «meandro», quel girigoro noto universalmente come «greca» che assomiglia molto alla versione ateniese della svastica. Ma sono numerose le «celtiche» su drappi neri e rossi. Il leader, Nikolaos Mihaloliakos, consigliere comunale nella capitale greca e ufficiale dell'esercito, forte del risultato, è uscito ancor più allo scoperto rilanciando gli slogan che gli hanno assicurato il favore degli elettori. «La Grecia è solo l'inizio», ha tuonato rivolto alle telecamere rilanciando uno degli slogan diffusi all'epoca del golpe dei Colonnelli tra i simpatizzanti della Destra europea: «Ankara, Atene adesso Roma viene». Tra i suoi membri molti esponenti della giunta dei Colonnelli. Mihaloliakos ha «promesso» che il suo primo atto in Parlamento sarà «buttare fuori tutti gli immigrati illegali. Fuori dal mio Paese, da casa mia! Come lo faremo? Usate la vostra immaginazione». Parole d'ordine che hanno fatto breccia tra i greci delusi dai partiti e spaventati dalla crisi e dall'immigrazione, provati dalle misure economiche imposte dall'Europa. Al di là degli aspetti folcloristici e minacciosi come appunto i simboli del nazismo e il richiamo a slogan razzisti e xenofobi, i militanti di Chrysi Avgi hanno conquistato la fiducia degli elettori con campagne mirate. Ma alla gente ha fatto più colpo il proposito di introdurre la pena di morte per chi spaccia la droga e la messa al bando dei sindacati piuttosto che affermazioni come «Hitler è una grande personalità della storia». Saluti romani e slogan nazisti. Messaggi estremisti, ma che nella situazione estrema in cui si trovano molti greci, ha trovato un seguito sorprendente. E rischia di ottenere ancora più seguito. Tra le attività del partito di estrema destra la distribuzione di alimentari, di vestiti e di scarpe ai poveri. Il loro messaggio di sicurezza e pulizia nei quartieri ateniesi dove la criminalità dilaga ha trovato spesso una risposta diretta. I militanti si sono sostituiti alla polizia: spedizioni punitive contro spacciatori e immigrati negli ultimi tempi sono all'ordine del giorno nelle strade di Atene. Hanno proposte ben precise, come quella di minare i confini della Grecia per evitare che gli immigrati li varchino. «Noi non siamo politici, siamo soldati che combattono per una causa», sono soliti ripetere e rifiutano l'etichetta di nazisti ricordando che i loro padri hanno combattuto la Resistenza. Il nazionalismo esasperato è alla base del loro statuto. Dodici comandamenti in cui vengono espresse anche le loro idee rispetto all'economia e al ruolo della persona nella società. Alba dorata si rifà al concetto evoliano - Julius Evola è uno dei capisaldi della loro ideologia - di demonìa dell'economia ovvero la tirannia del capitale. Condanna senza riserve per i partiti tradizionali. Dito puntato contro la «plutocrazia» delle banche e della finanza straniera. Lotta senza quartiere alle oligarchie che minacciano il «popolo». Alba dorata in Grecia, il Front National in Francia, i partiti populisti in Olanda e Danimarca: tutti aspetti del malessere che la crisi economica sta diffondendo in Europa. Un variegato insieme di partiti a forte caratterizzazione identitaria, sia essa su scala nazionale o locale, generalmente «anti-tasse», accomunati dall'ostilità verso il dirigismo dell'Unione europea, le misure di austerità figlie di una crisi «provocata dall'«avidità delle banche e dei poteri forti» e le politiche per l'immigrazione imposte da Bruxelles.

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