Il bossolo senza nome
Un bossolo, uno solo. Senza nome. Nessuna rivendicazione per l'attentato all'ad di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, gambizzato in via Montello a Genova. In compenso, tre piste (br, anarchici e interessi commerciali). Ma non è una bella notizia perché uno scenario così vasto d'indagine rischia di sbiadire i contorni del quadro investigativo. Al punto che il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, ha dovuto ammettere come nonostante il lavoro «molto intenso» degli investigatori, per ora «non c'è nulla di concreto né in un senso, né nell'altro, è tutto aperto». Mentre l'Italia, ammonisce, attraversa un «momento molto delicato, c'è la crisi e nei periodi difficili succede di tutto. Occorre essere molto vigili». La Cancellieri ha affermato: «L'azione non è stata rivendicata e non risulta che la vittima abbia ricevuto minacce». Ed ha aggiunto: «L'Ansaldo Energia, che controlla l'Ansaldo Nucleare, allo stato non soffre di problemi occupazionali né registra al suo interno contrasti». Per affinità di modus operandi e analogie di obiettivo, l'agguato riporta alla matrice brigatista, o meglio «vetero-brigatista». Inoltre, in passato episodi intimidatori, da parte dell'area marxista-leninista, con il ricorso a pallottole calibro 7.62 Tokarev. Dunque, non sarebbe un caso. Poi, si segue la traccia che porta alla galassia anarco-insurrezionalista, sempre interessata alla tematica antinucleare. Nel marzo 2009, riferisce Cancellieri, è stato diffuso sul web un documento che indicava, senza minacce specifiche, numerosi manager di società impegnate nel nucleare, fra i quali anche Adinolfi. Ma, segnala, «l'utilizzo di un'arma da fuoco rappresenterebbe a livello operativo una novità assoluta nelle strategie dei gruppi anarco-insurrezionalisti» ed inoltre, «lo stesso tema del nucleare, soprattutto dopo l'esito del referendum dello scorso anno», non è più un argomento «caldo» per questi settori antagonisti. Infine, c'è una terza pista: quella che prende le mosse dagli interessi commerciali di Ansaldo Nucleare. Il gruppo, rileva il ministro, «ha recentemente sviluppato la propria attività nell'Est europeo, specie in Romania, Ucraina e Russia, attraverso la costruzione di nuove centrali nucleari e la gestione dei rifiuti radioattivi. In quest'ottica, non si può escludere che l'espansione commerciale della società su nuovi mercati possa aver prodotto reazioni di natura violenta indirizzate verso l'amministratore delegato». Peraltro, sottolinea, «tale eventualità potrebbe trovare riscontro nell'uso della pistola Tokarev, diffusa negli ambienti criminali dell'Est Europa». Per ora, in attesa di una rivendicazione, è stato disposto un servizio di vigilanza «dinamica» negli stabilimenti di Genova dell'Ansaldo e nelle abitazioni di alcune figure di spicco all'interno del gruppo industriale.