E gli operai Fiat occupano la sede dell'Agenzia delle Entrate
Dallostabilimento della Fiat di Termini Imerese centinaia di operai, alla fine dell'assemblea convocata dai sindacati, si sono diretti all'Agenzia delle Entrate, occupando l'edificio che si trova nella parte bassa della cittadina. Il personale si è barricato nelle stanze e ha allertato polizia e carabinieri. Immediatamente alcune pattuglie hanno raggiunto i locali presi d'assalto dai lavoratori disperati dopo la chiusura della fabbrica lo scorso dicembre. Il passaggio dello stabilimento dalla Fiat alla Dr Motor di Massimo Di Risio non è stato ancora perfezionato per le difficoltà dell'imprenditore a ottenere fondi dalle banche per capitalizzare la società. Risultato: 2.200 operai sono col fiato sospeso, con la cassa integrazione fino a fine anno e poi l'incubo del licenziamento. Tra le tute blu che hanno fatto irruzione nell'Agenzia c'erano anche gli "esodati" (670 in totale in tutta la fabbrica) e gli interinali, una cinquantina in totale, dipendenti delle ditte dell'indotto Fiat che a settembre perderanno anche l'indennità di disoccupazione. Il comune termitano è riuscito a recuperare un migliaio di euro, assegnando agli interinali 250 euro a testa. Ma la cifra non è certo esorbitante. «Da qui parte la battaglia dei nuovi Vespri siciliani, colpiremo altri obiettivi simbolici - avverte Vincenzo Capizzi, operaio della Magneti Marelli - Siamo pronti a tutto, ora basta. Difenderemo le nostre famiglie senza guardare in faccia nessuno, dai politici ai sindacalisti: Bonanni e Angeletti hanno firmato gli accordi, fateli rispettare e subito. Non si scherza col pane dei nostri figli». Andrea Cusimano, dipendente della Lear in cassa integrazione, ha due figli: «Viviamo in famiglia con poco meno di 900 euro al mese. Arriviamo a fine mese per miracolo, facendo qualche debito. Ma continuando così non so se il prossimo anno potrò mandare mia figlia a scuola». Col sostegno di Fim Fiom e Uilm locali, i lavoratori hanno deciso di occupare l'Agenzia delle Entrate a oltranza. Roberto Mastrosimone, leader della Fiom di Palermo, si scaglia contro politici e istituzioni: «Il silenzio delle politica dimostra lo scollamento con i problemi reali della gente. La classe dirigente siciliana rimane indifferente, occupandosi di campagna elettorale e ballottaggi, senza considerare l'atteggiamento del governo Monti alle prese con conti e numeri: non sa e non vuole affrontare i problemi della gente, quella vera, soffocata da una crisi abnorme e tradita da chi ha la responsabilità di trovare soluzioni alle necessità, chiamato a ricoprire ruoli istituzionali solo per questo, ma evidentemente tutto ciò ormai è bollato come atteggiamento populista o di anti-politica». Alf. Pec.