Caos conteggio a Palermo. Ma Orlando resta oltre il 47%
Politicaallo sbando, macchina elettorale in tilt con cifre campate in aria e sindaci che dopo aver cantato vittoria, in meno di dodici ore si sono riscoperti sconfitti o a competere al ballottaggio. Poi, dopo una serie di verifiche da azzeccagarbugli, arriva il verdetto finale dalla Regione: confermate le percentuali assegnate ai candidati sindaci dai vari uffici elettorali dei Comuni. Tanto rumore per nulla. È il tragicomico epilogo di una tornata elettorale che ha visto 147 Comuni eleggere sindaci (459 candidati) e 2.387 consiglieri (14.749 candidati). In barba a tutto ciò, c'è un Leoluca Orlando (Idv, Verdi e Fds) che gongola con il 47,34% dei voti, contro il 17,36% del suo concorrente al ballottaggio Fabrizio Ferrandelli (Pd, Sel e altre liste). Appare pronto, il portavoce dell'Idv, per varcare le soglie di Palazzo delle Aquile, sede del municipio di Palermo. Per nulla preoccupato del suo ex delfino Ferrandelli: «Il ballottaggio non m'impensierisce, penso ai problemi della città», chiosa il già tre volte sindaco di Palermo. Dunque, certificato ormai lo scontro tra Orlando e Ferrandelli per il prossimo 20 maggio, adesso il problema è sostenere chi e come. La partita d'altronde si gioca tutta a casa del centrosinistra, spaccato più che mai nelle primarie e in questo primo turno, ma che adesso tenta di ricompattarsi. I primi segnali arrivano da un pezzo da novanta del Pd, il capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro. Questo in sintesi il suo ragionamento: un centrosinistra vincente nel Paese dovrebbe esserlo anche a Palermo, sostenendo Orlando. «È una mia riflessione», precisa. Insomma, per Orlando si profila la quarta fascia tricolore. D'altronde, sarà quasi impossibile che una buona parte del centrodestra, sconfitto in questa competizione, darà il voto a Ferrandelli candidato ufficiale del Pd. Il leader di Grande Sud, Gianfranco Micciché, parla di «sberla e addio al 61-0». Per il coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Castiglione, «in tutti i Comuni è certamente il primo partito organizzato». Di certo, Pdl, Grande Sud e Udc non sono riusciti a portare il loro giovane candidato sindaco, Massimo Costa, al ballottaggio. Il Terzo polo (Fli, Mpa e Api) si è dissolto. Addirittura il partito di Fini non ha raggiunto la soglia del 5% per accedere al Consiglio comunale. Buona la performance del Movimento 5 stelle che ha visto il suo candidato a sindaco, Riccardo Nuti, il più votato candidato consigliere, ma che non siederà al Consiglio in quanto la lista di Grillo non ha superato il 5%. Scenario ingarbugliato, rispecchia il risultato in tutta l'isola, e sgretola strategie e alleanze in vista delle regionali di ottobre, annunciate dallo stesso governatore Lombardo che oggi sarà davanti al Gup per l'udienza preliminare sull'imputazione coatta per concorso esterno in associazione mafiosa. Oltre Palermo, si è votato in altri due capoluoghi: Agrigento e Trapani. Nella città dei Templi vanno al ballottaggio il primo cittadino uscente, Marco Zambuto (Udc e liste civiche), e Salvatore Pennica (Pdl, Grande Sud e liste civiche). Anche a Trapani si va al ballottaggio e a contendersi la poltrona di sindaco saranno Maurici ( Grande Sud, Fli e liste civiche) e Damiano (Pdl e liste civiche).