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"Adesso Udc, Idv e Sel devono decidere"

Francesco Boccia coordinatore delle commissioni economiche del Pd

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«Eviterei di trasformare alcune vicende amministrative in una festa anticipata che rischia di compattare il fronte moderato». Francesco Boccia si muove con cautela tra i dati delle elezioni comunali. Il deputato del Pd, braccio destro del vicesegretario Enrico Letta, non cede a facili entusiasmi. «Si è disarticolato il modello politico del 2008, soprattutto al Nord - spiega -. Ma non è vero che il Pdl sia crollato. Certo, è in difficoltà, ma in alcune province, dove c'è una classe dirigente valida, è ancora al 36-37%. Non dimentichiamo che ha subito la scissione di Fli ed è saltata l'alleanza con la Lega. E non vorrei che, mentre noi festeggiamo, loro facciano un'alleanza più forte». Nel partito di Angelino Alfano c'è chi sostiene che questo sia il prezzo pagato al sostegno al governo Monti. «Io parto da un punto di vista diverso. Trattandosi di amministrative conta il numero di città che si governano. I comuni in cui il Pd è in prima linea con un'alleanza di centrosinistra, in alcuni casi aperta all'Udc, crescono. Insomma mentre l'alleanza di centrodestra implode, quella di centrosinistra regge. Dire che questo sia il conto che si paga al sostegno al governo mi sembra una scorciatoia superficiale». Sta dicendo che qualcuno sta "usando" il voto amministrativo con altri obiettivi? «Non voglio pensare che ci sia della malizia. Ma di certo il fatto che alcune valutazioni che arrivano da destra, da La Russa e altri, coincidano con quelle di Di Pietro mi fa dire che forse un po' di malizia c'è». Sarà, ma di sicuro, visti i tempi, sostenere Monti non fa guadagnare molti consensi. «Sicuramente è più difficile spiegare alle persone perché devono accettare dei sacrifici. È più facile andare in piazza e dire: non pagate le tasse, la politica fa schifo. Ma vorrei dire a chi pensa di seguire questa strada, e mi rivolgo tanto a Di Pietro quanto a La Russa, che arriva tardi. C'è già Grillo. Tra l'altro non credo che oggi il Paese abbia bisogno di chi invita a non pagare i Bot e indica Napolitano come la causa di tutti i mali della politica italiana». E di cosa ha bisogno? «La differenza oggi è tra chi crede in un'Europa politica, e quindi è disposto a cedere un po' di sovranità politica nazionale, e chi invece non ci ha mai creduto o ha fatto finta di crederci». Quindi serve più Europa? «L'Italia ha un debito enorme. E soprattutto non cresce da 10 anni. Anche per colpa della politica economica fallimentare messa in atto dal centrodestra e da Tremonti che oggi dà lezioni, ma che in questi anni non ci ha mai ascoltati. Io credo che non riusciremo ad uscire dalla crisi se non mettendoci tutti insieme. Dobbiamo spiegare a Francia e Germania che il fisco deve essere lo stesso, che i salari devono essere gli stessi, che nostro debito è il loro. Dentro questa logica si aprono prospettive nuove. E non escludo che possano esserci nuovi partiti interessati a questi temi». Lancia appelli? «Il Pd è un partito nazionale presente in tutti i comuni italiani. Qualsiasi alternativa allo sfascio attuale non sarà mai possibile senza il Pd. Non mi piace raccontare un Paese diviso tra berlusconiani e antiberlusconiani, foto di Vasto e predellino. Sono certo che un Pd fortemente europeista sarà la base su cui costruire la Terza Repubblica». Intanto, però, alle comunali vincete con Sel e Idv. E con i loro candidati. «Sono le alleanze sui territori, è inevitabile. Perché nessuno parla delle tante liste civiche e dei tanti movimenti territoriali che il Pd intercetta? Non è colpa nostra se la proposta politica che facciamo a livello territoriale tiene». E può reggere anche a livello nazionale? «Tiene se i partiti aderiscono alle proposte del Pd. Sia chiaro, saremo noi a proporre le idee per governare l'Italia e gli altri diranno sì o no. Non viceversa». Si aspettava un risultato così deludente dell'Udc? «Io credo che per l'Udc, così come per Idv e Sel, sia finito il tempo delle incertezze. L'Udc deve fare delle scelte chiare dicendo qual è il Paese che sogna di costruire. E io mi auguro che la loro idea coincida con quella del Pd. Tra l'altro sono convinto che il partito di Casini abbia pagato anche la frammentazione del Terzo Polo che è tale a livello semantico ma, in termini di liste e candidati, non esiste. Spero che l'Udc abbia la forza di costruire un ampio fronte moderato in grado di allearsi con i progressisti. Il nostro obiettivo deve essere quello di intercettare i moderati, non di far sì che si compattino con il Pdl». La spaventa Grillo? «Grillo è un pregiudicato che pensa di poter offendere tutti sfuggendo qualsiasi confronto. È facile dire che i politici sono tutti delinquenti. Ma può parlare così a quelli che hanno la sua stessa fedina penale non ai tanti, puliti, che fanno politica con passione».

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