Sgarbi incandidabile. Ma sulla scheda c'è il suo nome
È appena nato il flirt tra Pdl e Udc, per le amministrative in Sicilia, ma già rischia di esplodere. La miccia la mette Vittorio Sgarbi che viene dichiarato «incandidabile» a sindaco di Cefalù prima dalla sezione civile del Tribunale di Marsala e poi dalla Corte d'Appello di Palermo, essendosi dimesso da sindaco di Salemi per scioglimento per infiltrazioni mafiose dell'amministrazione comunale della cittadina del Trapanese. Sulla pirandelliana vicenda scende in campo, Angelino Alfano: «La competenza regionale in materia di elezioni amministrative è stata usata per ottenere effetti paradossali, illegali e costosi». Poi l'affondo del segretario del Pdl al governatore della Sicilia: «La decisione del governo Lombardo di non rinviare le elezioni è ancor più grave in presenza della richiesta, giuridicamente motivata, del prefetto di Palermo di effettuare tale rinvio per evitare lo sperpero di pubblico denaro che deriverà dall'inevitabile ripetersi delle elezioni». A difendere la giunta Lombardo e allo stesso tempo a dare il colpo letale al Pdl è, invece, il capogruppo al senato Udc, Giampiero D'Alia che è anche segretario in Sicilia del partito: «A Cefalù dopo la demenzialità di chi si è candidato sapendo di non poterlo fare, dobbiamo adesso assistere alla demenzialità di questi del Pdl che denunciano la Regione perché non ha rinviato le elezioni». A quanto pare non è solo questione di lana caprina, bensì politica. E lo fan ben capire il coordinatore in Sicilia del Pdl, Giuseppe Castiglione: «D'Alia è costretto a rispolverare la politica dei due forni per tutelare a Cefalù la coalizione con Pd e Mpa». Insomma, è guerra senza esclusioni di colpi. Intanto, arriva la replica del governatore Lombardo, secondo il quale «non è consentito il rinvio per l'incandidabilità di un candidato a sindaco». Come c'è anche l'intervento dell'avvocato Giampaolo Cicconi, difensore del critico d'arte. «Il mostro giuridico, palesemente incostituzionale, è stato creato dal legislatore che, allo stato, consente a Sgarbi di essere ritenuto candidabile e di partecipare alla competizione elettorale di domani, in pendenza del termine per proporre ricorso in cassazione alle decisioni dei giudici di Marsala e di Palermo». Ora la palla passa ai giudici.