Wikipedia lo dà per morto. E lui: "Hanno sbagliato"

Wikipedia ha allungato la vita al senatore Giulio Andreotti decretandone la morte anzitempo. Si dice così anche quando si sogna di qualcuno in vita già defunto. È un modo di fare apotropaico, un specie di rito scaramantico che ben s'addice al vecchio senatore che da buon romano è un po' superstizioso. L'ultima «gaffe» della libera enciclopedia convidivisa del web è aver aggiornato la biografia del Divo Giulio con la data della sua morte, evidentemente, appena s'è sparsa la notizia che il senatore era stato ricoverato in terapia intensiva al Gemelli per una crisi respiratoria. Qualcuno ha riferito la storia di Wikipedia al senatore che nonostante il malore ha avuto la prontezza di chiedere che venisse immediatamente tolta dal sito la voce della sua dipartita. Così ha detto Patrizia Chilelli, da 20 anni segretaria di Andreotti. E siccome il sette volte presidente del Consiglio è un uomo di spirito avrebbe pure aggiunto, questa volta a un amico accorso al suo capezzale: «Hanno sbagliato... speriamo continuino a sbagliare...». Giulio Andreotti, nel corso della sua lunga carriera, si è reso protagonista di battute ironiche e pungenti. A metà ottobre 2011 erano circolate voci su un improvviso peggioramento dei suoi numerosi acciacchi dovuti all'età. «In questi giorni mi giungono voci insistenti su un mio ricovero per aggravamento di salute. Capisco che molti attendono un mio passaggio a "miglior vita", ma io non ho fretta e ringrazio tutti coloro ai quali sta a cuore la mia salute e in particolare il Signore per l'ulteriore proroga», avrebbe detto per smentire le chiacchere che lo davano ricoverato in condizioni di salute molto critiche. C'è l'altro famoso, leggendario aneddoto di quella volta che, in occasione della visita di leva, l'ufficiale sanitario gli aveva detto: «Lei ha sei mesi di vita». Andreotti non lo dimenticò. Anni dopo andò a cercare quel medico. «Volevo fargli sapere che ero sopravvissuto. Ma era morto lui. È andata sempre così: mi pronosticavano la fine, io sopravvivevo; sono morti loro» raccontava divertito. Difficile però in questo caso identificare l'autore della gaffe andreottiana: può essere uno, nessuno e centomila. Chiunque può accedere nel grande calderone, perfino un bambino di sei anni particolarmente smanettone. Guai a prendere per oro colato quello che si legge in Wikipedia. La cui forza (e debolezza) sta proprio nella possibilità infinita di intervento. Le pagine di Wikipedia sono in continuo aggiornamento. Certe volte, però, si cerca di anticipare un po' troppo. La notizia del ricovero è stata fraintesa da alcuni utenti che hanno creduto in un peggioramento repentino e «fatale» della salute dell'ex statista. È arrivata la smentita e l'immediata correzione. Non è il primo caso di gaffe online di morte di una celebrità (e non sara l'ultimo!). È successo con il conduttore di Raiuno Lamberto Sposini subito dopo il suo malessere. Anche in quel caso Wikipedia lo aveva dato immediatamente per morto, salvo poi rettificare. Altro caso quello delle morti-bufale. L'ultimo caso è stato quello a danno dell'attore Owen Wilson lo scorso capodanno 2010: era tutto falso, ma alcune importanti testate come il Sole 24 Ore ci sono cascate. Un'altra macabra gaffe di Wikipedia riguarda la sorte di Piermario Morosini, il calciatore del Livorno colpito da un malore durante il match allo stadio tra i toscani e il Pescara. Nelle sue note biografiche vicino alla sua data di nascita, quel giorno, comparve quella della morte ma lui ancora stava lottando tra la vita e la morte. Nell'attacco del pezzo, poi, si leggeva: «È stato un calciatore italiano». L'errore fu prontamente corretto e la vicenda riportata entro i giusti contorni, precisando solo l'episodio dell'arresto cardiaco senza ulteriori dettagli. Anche perché in quel momento il calciatore si trovava all'ospedale di Pescara sottoposto a defibrillazione.