L'insufficienza tecnocratica
di Mario Sechi Bondi commissaria Giarda. Giavazzi commissaria Passera. Amato commissaria il Parlamento. E Monti ha dei seri ripensamenti sulla sua squadra. Il governo tecnico nomina dei tecnici per fare quello che i tecnici non riescono a fare: tagliare la spesa e rilanciare la crescita. A che cosa serve allora il governo dei tecnici? Ho appoggiato la nascita di un esecutivo di transizione, ho detto che il passo indietro di Silvio Berlusconi era necessario, ho scritto che la nomina di Monti era un'ottima scelta, ma dopo alcuni mesi si sta perdendo la natura della missione di questo governo. Il presidente del Consiglio ha capito che serve un cambio di passo, ha preso in mano lo spadone, battezzato una serie di superconsulenti e integrato un governo in difficoltà. La biografia dei «nominati eccellenti» fa emergere un grande senso di urgenza e insufficienza dell'esecutivo, mentre la modalità di nomina de facto allarga il solco che separa Palazzo Chigi dalla maggioranza. È la tracimazione - e insufficienza - della tecnocrazia. Enrico Bondi è un manager di assoluto valore, ha salvato Parmalat dall'oblio, ma la sua chiamata a fare i tagli ha il senso del commissariamento dei tecnici. A piazza Colonna arriva il ristrutturatore dei ristrutturatori e il segnale, francamente, non è dei migliori. Se Bondi è un grande, così il resto appare piccino. Giuliano Amato è una riserva della Repubblica, uomo di spessore e grandi relazioni, ne sostenni l'ingresso nel governo - insieme a Gianni Letta - ai tempi della formazione dell'esecutivo, ma chiamarlo ora è stridente: deve occuparsi di una materia che riguarda il Parlamento e non il governo (l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, la riforma dei partiti e il loro finanziamento) e inoltre è un uomo di sinistra. La sua nomina apre un fronte con il Pdl. L'economista Francesco Giavazzi è un altro calibro importante, è un uomo di rigore e crescita, ma se piazzi un personaggio di quella levatura a suggerire ricette per la spesa pubblica e lo sviluppo, significa che Corrado Passera ha qualche problema a fare il suo mestiere. Spero di sbagliare, ma ho un tremendo sospetto: che questa sia l'ultima carta da giocare e l'Italia sia tecnicamente persa.