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Maroni all'attacco: "La Lega è immortale".

Roberto Maroni

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Sul suo profilo Facebook le definisce «"stronzate fangose" gettate "per sentito dire" sulla Lega». Roberto Maroni non ha alcuna intenzione di prestare il fianco all'assalto giudiziario che ha colpito il Carroccio. La vicenda Finmeccanica, esplosa dopo quella dei rimborsi elettorali gestiti con troppa "disinvoltura" dall'ex tesoriere Francesco Belsito, non farà "vittime" all'interno del partito. Anzi, dovrebbero essere altri a preoccuparsi. L'ex ministro dell'Interno non lo dice apertamente. O meglio, il Corriere delle Sera spara in prima pagina la sua foto sotto la scritta «Parla Maroni». Poi però, leggendo l'articolo a pagina 4, ecco spuntare un cautelativo «avrebbe confidato». Insomma le dichiarazioni sono quelle del triumviro leghista, ma le insinuazioni lanciate, forse, impongono qualche piccola precauzione. «Adesso - sarebbe il pensiero di Maroni - sembra che Orsi lo abbia designato io. Noi eravamo d'accordo, certo: era un esponente del nostro territorio che andava alla testa di una multinazionale. Ma non dimentichiamo che lui è sempre stato assai più vicino a Casini e all'Udc. Per tacere di Bersani, piacentino come lui e suo buon amico». Piuttosto che guardare a via Bellerio, quindi, i magistrati dovrebbero occuparsi di centristi e Democratici. Peccato che su un altro quotidiano, La Stampa, Lorenzo Borgogni, ex responsabile relazioni esterne di Finmeccanica e indicato come il "grande accusatore" (lui si dichiara "diffamato" da questa definizione) del presidente e ad della holding Giuseppe Orsi, rilanci le accuse: «Per il sostegno alla nomina di Orsi ai vertici di Finmeccanica sono stati dati 10 milioni di euro alla Lega. Questo è quanto ho appreso da fonti la cui identità ho rivelato ai magistrati di Napoli. Se dopo cinque, sei mesi di tempo Orsi è stato indagato per riciclaggio e corruzione internazionale, vuol dire che sono state fatte delle verifiche. E il loro esito è stato positivo, evidentemente». Non la pensa così Maroni che parte subito al contrattacco. «Le "stronzate fangose" gettate "per sentito dire" sulla Lega da un ex dirigente di Finmeccanica (licenziato dal nuovo presidente Orsi) - scrive su Facebook - un risultato lo hanno già ottenuto: ricompattare la Lega». Per questo il primo maggio, a Zanica (Bergamo) si celebrerà il «Lega unita day». Una risposta a «chi ci vuole dividere» e «contro chi vuole infangare la storia gloriosa del movimento di liberazione della Padania». L'ex ministro non risparmia i magistrati. «A proposito - prosegue - sapete quando il losco personaggio che dice "stronzate fangose" sulla Lega è stato interrogato dai pm napoletani? A ottobre dello scorso anno. Che strano, queste notizie "esplosive" sono rimaste nel cassetto dei pm napoletani per ben 6 mesi e sono uscite solo oggi, a 2 settimane dalle elezioni...». «Qualcuno dalle parti di Roma (e di Napoli) - scrive ancora - pensa con queste "stronzate fangose" di distruggere la Lega. Poveri illusi, non hanno capito che la Lega è immortale. Noi sappiamo come si smaltisce la monnezza, nei termodistruttori. Domani (oggi ndr) presentiamo le prime denunce contro i monnezzai romani, ma la risposta vera dobbiamo darla alle prossime elezioni amministrative. Viva la Lega, Padania libera». Parole che tradiscono un po' di timore per quello che potrebbe accadere nelle urne. Al voto mancano meno di due settimane. La speranza del Carroccio è che non esca altro "fango".

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