L'oltraggio istituzionale
La storia politica italiana si ripete: dopo il Fronte dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini ecco avanzare il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Un comico che non fa più ridere, ma mette i brividi quando dice che «la mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un’altra mafia che strangola la sua vittima». Dove «l’altra mafia» è lo Stato. Ecco dunque emergere come un fiume carsico il sentimento irrazionale del malcontento, dell’insulto, dell’oltraggio istituzionale, dell’iperbole fine a se stessa. Questo è il fenomeno di Grillo, un’eruzione distruttiva di lava, ceneri e lapilli che sommerge tutto senza far crescere più niente intorno. È la Pompei della politica. Giannini si presentò al popolo con un settimanale il cui programma fu così riassunto: «Questo è il giornale dell’uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio, è che nessuno gli rompa le scatole». Era il 27 dicembre del 1944 e la storia, sessantotto anni dopo, si ripete. Neppure la Lega - che pure gridava alla secessione - ha mai raggiunto tale livello di partito antisistema. Nel maggio del 1945 il settimanale di Giannini vendeva 850 mila copie, in breve tempo il giornale diventa partito e all’Assemblea Costituente manda 30 deputati. Ma dopo soli tre anni (1949) il partito di Giannini da quinta forza politica del Paese passa alla dissoluzione. Sarà così anche per Grillo? Ne dubito. L’Italia del dopoguerra aveva un sistema dei partiti nascente e personaggi autorevoli - come Benedetto Croce, che rifiutò sempre l’alleanza dei liberali con Giannini - che traghettarono il Paese dal fascismo alla democrazia. Ma oggi? I leader politici sembrano non aver colto la potenza distruttiva di Grillo e del suo movimento, sono intenti a fare calcoli sulla sua comparsa nel panorama politico con la seguente domanda: chi danneggerà di più? Non hanno afferrato che alla fine saranno travolti tutti. I sondaggi lo danno già oltre il dieci per cento. Il calcolo di piccolo cabotaggio porterà a un suicidio collettivo. Se Grillo fosse lo shock che conduce la politica a riformarsi, tornare tra la gente e per la gente, potrei definirlo un fenomeno positivo. Ma per ora così non è. Vedo invece avanzare la demagogia, la propaganda più becera. Siamo qui, sulla riva del fiume. E se tutto va bene, sono rovinati.