E ora il ristorante vieta l'ingresso ai politici
Èquello che è scritto in un cartello all'ingresso della country house, in cui si legge – secondo quanto è stato riportato ieri dal quotidiano «Il Corriere Adriatico» - che la scelta è della dirigenza dell'azienda «viste le problematiche esasperanti che si stanno vivendo in questo nostro splendido Paese, causate dalla vostra categoria». Insomma una vera e proprie intolleranza, un'allergia verso coloro che sono accusati di aver portato l'Italia nel baratro della crisi economica. Non volendo fare «demagogia», il titolare Lorenzo Vedovi sottolinea che «non tutti sono corrotti e responsabili dei problemi che il nostro Paese sta attraversando, ma fino a quando non vi sarà alcuno che denuncerà i propri colleghi rei di illeciti, i politici sono pregati di non varcare la soglia di questo posto incontaminato». «Una provocazione» ammette con sincerità lo stesso Lorenzo Vedovi, intervistato dall'agenzia Ansa, un modo per attirare l'attenzione sul fatto che oggi «gli imprenditori sono costretti a fare gli equilibristi». E l'iniziativa ha suscitato commenti positivi da qualche cliente. «Politici equiparati a cani – reagisce invece furibondo il coordinatore regionale della Lega Nord Luca Rodolfo Paolini – A quando l'obbligo per chi fa politica di girare con una stella gialla sulla giacca, come gli ebrei sotto Hitler?». Paolini intende andare nel locale, «sfidando il proprietario ad impedirmi di entrare». «Ma – rimarca – la cosa che dovrebbe preoccupare tutte le istituzioni, e il Presidente della Repubblica per primo, è il preoccupante livello di aggressività, bassezza e qualunquismo cui si è arrivati in Italia, grazie ad una pluriennale campagna di denigrazione sistematica del parlamento e della politica in generale, che sta creando un clima molto pericoloso per le persone e per le istituzioni democratiche».