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Quattro province su 110, 143 comuni su 8.092.

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Eforse un po' lo è. In realtà si tratta dell'elenco degli enti locali "virtuosi" stilato dal ministero dell'Economia di concerto con quelli dell'Interno, degli Affari Regionali, Turismo e Sport, della Coesione territoriale. La lista è parte integrante di uno schema di decreto messo a punto lo scorso 23 marzo 2012 e di cui, a distanza di un mese, si sono perse le tracce. Al punto che giovedì scorso, un gruppo di deputati Pdl (Maurizio Lupi, Michele Scandroglio, Gabriele Toccafondi, Luigi Casero, Maurizio Bernardo, Gioacchino Alfano e Alessandro Pagano) ha chiesto al premier Mario Monti di non «perdere altro tempo prezioso» e di accelerare il via libera. Il perché è semplice, i "virtuosi" avranno la possibilità di derogare ai vincoli imposti dal Patto di stabilità. Cordoni della borsa meno stretti e qualche risorsa in più da spendere. Poco, forse, ma in tempi di crisi ogni euro è ben accetto. Lo schema, in realtà, non è stato riposto nel cassetto, ma è in attesa del parere della Conferenza unificata. A via della Stamperia spiegano che «l'istruttoria è in corso e dovrebbe concludersi il 10 maggio». Non dovrebbero esserci intoppi anche se si fa notare che, «il nodo da sciogliere è soprattutto politico e l'ipotesi di una mancata intesa è sempre in agguato». Un po' tutti, infatti, vorrebbero entrare nella lista dei "fortunati vincitori" e il fatto che la selezione sia stata fatta prendendo come parametro il rispetto del patto di stabilità interno nell'anno 2010 (e non 2011), di certo non aiuta. Tra i 143 comuni, infatti, ce ne sono alcuni che se due anni fa potevano essere considerati "virtuosi", oggi non lo sono più. Senza contare quelli che hanno dovuto fare i conti con ben altre disavventure. Che dire infatti di Leini (Torino), il cui consiglio comunale è stato sciolto proprio a marzo per infiltrazioni mafiose? O di Arenzano (Ge), oggetto di indagini per lo stesso motivo? Insomma, è legittimo pensare che gli esclusi non accetteranno in silenzio la propria sorte. Ma chi sono i "prescelti"? Il quartetto di Province è composto da Bari, Lodi, Sondrio e Vicenza. Il resto sono per lo più piccoli centri urbani (unici capoluoghi Brescia e Verbania). Due i laziali, Capena (Roma) e Minturno (Latina). Un abruzzese, Casoli (Chieti); un sardo, Portoscuso (Carbonia-Iglesias); un pugliese, Monte Sant'Angelo (Foggia). E poi a risalire passando per Marche (4), Umbria (1), Toscana (10), Emilia Romagna (10) fino ad arrivare al Nord dove si trova la maggior parte dei comuni. Fra gli altri spiccano le località attenzionate dal Fisco negli ultimi mesi: da Cortina d'Ampezzo a Sanremo, passando per Jesolo, Capri e Rapallo. Ma anche la città natale del giocatore della Juventus Andrea Pirlo (Flero in provincia di Bergamo) e Andora (Sv) dove nel 2010 il sindaco, per protestare contro i tagli della Finanziaria, bloccò i pagamenti alla Pubblica amministrazione. «Non potremmo pagare in futuro i fornitori» disse. Ora che potrebbe farlo attende una firma.

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