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Alfano e Bersani uniti: «Si va a votare nel 2013»

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«Nonintendo vincere sulle macerie del nostro Paese, non possiamo destabilizzare il Paese che si trova ancora in piena crisi», proclama il segretario Pd Pier Luigi Bersani. Ed il segretario del Pdl Angelino Alfano torna a dire come sabato: «Anche io le escludo, noi non le abbiamo mai chieste. Ormai si arriva a destinazione, ma in questi mesi speriamo di far valere le nostre idee. E la principale è, basta tasse». Umberto Bossi irride la generosa concessione del leader Pd, convinto di avere la vittoria in tasca: «Bersani applica la logica del tanto peggio tanto meglio - dice il leader della Lega - ma non è così facile vincere». Ma intanto è il numero due del Pd, Enrico Letta, a svelare gli altarini: «Che ci sia stata una tentazione diffusa nel sistema per un voto anticipato è indubitabile – ragiona – altrimenti non ci sarebbe stato l'intervento netto del Capo dello Stato». Del resto, nonostante le parole di Alfano, Fabrizio Cicchitto, capogruppo dei deputati del Pdl, non dà affatto per scontato che la legislatura arrivi al suo termine naturale, nel 2013. «Il nostro impegno ad arrivare alla fine della legislatura con questo governo è condizionato non da elementi di calcolo politico tutti reversibili - spiega - ma dalla possibilità di portare avanti una politica equilibrata fra il rigore e la crescita». I nodi della politica economica, dunque, restano. Se Monti non dovesse provvedere rapidamente ad attenuare la pressione fiscale il Pdl potrebbe perciò staccare la spina? Tanto Silvio Berlusconi quanto Angelino Alfano assicurano il contrario, ma la campagna elettorale e l'approssimarsi del voto amministrativo fanno sì che il Pdl continui a tenere tesa la corda. Una politica economica fondata «solo e soltanto» sul rigore non può essere appoggiata dai partiti, insiste Cicchitto, «perché a nessuno si può chiedere di suicidarsi». E Alfano stesso ieri da Palermo ha ribadito che «occorre una ricetta che abbia come ingredienti meno tasse, meno spesa, meno debito, perché il Paese non può sopportare un'ulteriore tassazione». Intanto sembra pronta una bozza di legge elettorale basata sulla competizione tra partiti e non tra coalizioni, una sorta di mix tra modello spagnolo e tedesco, con un premio del 5% al primo arrivato.

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