Sottratti 10 milioni all'erario grazie alle «frodi carosello»: 26 denunce

Ventiseile persone denunciate. L'associazione a delinquere, coinvolgendo nel traffico illecito più di 20 società, rendeva disponibile sul territorio nazionale merce di ingente valore a prezzi «sottocosto», ricorrendo al sistema delle fatture per operazioni inesistenti (le cosiddette «frodi carosello»). Le operazioni bancarie venivano effettuate attraverso la filiale di Capodrise (Caserta) dell'Unicredit. Alla banca è stata contestata l'omessa segnalazione di operazioni sospette con violazioni per oltre 5 milioni di euro: l'istituto di credito rischia sanzioni per 2 milioni. Secondo gli investigatori, gli ideatori della frode sono un commercialista di Casoria di 71 anni, G.A., e due imprenditori napoletani di 45 e 40 anni. La ditta, denominata Best Sistem, operava falsamente a San Nicola la Strada ed era intestata ad un fantomatico Umberto Nardi, persona inesistente, il cui nome, riportato su una carta d'identità falsa, fu fornito dal commercialista all'ufficio dell'Agenzia dell'Entrate di Casoria in sede di apertura della partita Iva, trattandosi di una ditta individuale. Le indagini condotte dai Finanzieri hanno permesso di accertare l'esistenza di un traffico di prodotti informatici, del valore di oltre dieci milioni di euro, acquistati dalla ditta casertana in vari paesi d'Europa, in particolare nella Repubblica di San Marino e in Germania. L'azienda emetteva regolare fattura senza pagare l'Iva, quindi rivendeva i prodotti ad altre imprese, almeno venti, dislocate in Campania, Puglia ed Emilia Romagna, che potevano rimettere la merce sul mercato a prezzi molto bassi con consistenti guadagni e danni alla concorrenza. I responsabili delle aziende coinvolte sono stati denunciati. I contanti venivano movimentati attraverso il conto aperto presso Unicredit. Il direttore della filiale è stato denunciato per mancata identificazione della clientela. Da Como, invece, arriva la vicenda di un imprenditore, Francesco Nicolosi, titolare di un'attività di montaggio mobili, accusato di avere nascosto al Fisco, tramite fatture false, circa cinque milioni di euro. È riuscito a patteggiare un anno mezzo e, soprattutto, a concordare con la pubblica accusa un risarcimento del danno pari a 50.000 euro, appena l'1% dell'evasione contestata. Resta aperto il contenzioso con l'Agenzia delle Entrate.