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«Dare più autonomia agli investigatori»

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Losottolinea Alfredo Mantovano, ex sottosegretario ed esponente del Pdl. «Al di là del merito della vicenda - dice - la conclusione del giudizio di appello per l'omicidio di via Poma ripropone in termini generali una questione che va affrontata e non demonizzata: quella dell'autonomia di indagine della polizia giudiziaria, soprattutto nei momenti iniziali». «Non vi è dubbio che vi siano tanti pm che, in virtù della loro esperienza e di una preparazione specifica temprata sul campo, hanno competenza tecnica e capacità investigativa, ma c'è un nodo strutturale: mentre il poliziotto o il carabiniere - spiega - ricevono per anni una formazione mirata alla raccolta delle fonti di prova, studiano materie tecniche a ciò orientate, svolgono un apposito tirocinio, invece chi vince il concorso in magistratura conosce bene i codici e le leggi ma non ha mai partecipato a un corso di investigazione; né - con tutta la buona volontà - può bastare qualche incontro di studi organizzato dal Csm». «Eppure, quando viene commesso un omicidio (come qualsiasi altro grave reato), è il pm che dirige le indagini, mentre la polizia giudiziaria - spiega - deve attenersi da subito alle sue indicazioni: la sequela di delitti impuniti negli ultimi vent'anni, con alternanza di arresti, scarcerazioni, condanne e assoluzioni, ben oltre il limite fisiologico, descrive meglio di ogni considerazione gli effetti del sistema».

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