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Schifani: "Ora la riforma dei partiti o crolla tutto"

Il presidente del Senato Renato Schifani

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«Mi auguro si voti nel 2013, non possiamo che votare l'anno prossimo altrimenti rischiamo un impazzimento politico-istituzionale con un voto ad ottobre». Lo dice chiaramente il presidente del Senato, Renato Schifani, a Porta a Porta. Il numero uno di Palazzo Madama non si arrende e torna a spronare i partiti a riformarsi per evitare la «valanga» che, avverte, è «dietro la porta». Non è la prima volta che richiama i movimenti a cambiare le regole del gioco, soprattutto per evitare l'ormai inarrestabile avanzata dell'antipolitica. Negli ultimi giorni s'è fatto paladino della riduzione dei rimborsi e della necessità di approvare presto la nuova legge elettorale. Negli ultimi anni è stato in prima linea per chiedere i tagli dei privilegi dei parlamentari. Ora non demorde: «Bisogna fare presto, il mio richiamo alle forze politiche è di fare presto: entro l'estate perché dopo saremmo nel vortice del pre-campagna elettorale e i partiti rischierebbero una valanga». Stessa determinazione sulla riduzione dei finanziamenti: «I partiti, lo dico senza drammatizzare, sappiano che devono farlo immediatamente. Per non delegittimare i partiti essi stessi devono fare la legge al piu presto o rischia di crollare tutto. Ad oggi manca la legge sul finanziamento e quella sui partiti. Disciplinare questa materia è di primaria importanza e poi manca la legge elettorale». Il presidente propone anche che «i revisori dei conti della Camera e del Senato possano utilizzare la Guardia di finanza per accertare la correttezza dei conti dei partiti in modo che non ci siano fatture false». Poi sottolinea che «l'attuale normativa non permette di entrare nel merito dell'effettività della spesa e questo va cambiato». Sul caso Lega, Schifani annuncia che Rosi Mauro tornerà questa mattina a presiedere l'Aula, ma lascerà il suo incarico di «vicario». «Avevo anticipato che questa situazione avrebbe avuto termine e avrà termine domani. La vicepresidente Mauro con grande senso di responsabilità ha rimesso nelle mie mani il suo incarico di vicepresidente vicario. E io mi sono riservato la decisione di accettare. Una scelta responsabile e saggia, che contribuirà a preservare il buon nome delle istituzioni». Schifani non si è sottratto alle valutazioni più «politiche». Ha espresso «grande amarezza e cruccio» per la mancata «aggregazione dei moderati» in Italia dietro la quale, è la «preoccupazione di Schifani», potrebbe esserci «l'ostracismo di qualcuno per il quale, forse, il passo indietro di Berlusconi non è bastato». Infine sulle grandi coalizioni avverte: «Ci attende una crisi economica e non credo che il nostro Paese possa permettersi il lusso di essere governato con maggioranze risicatissime, servono governi coesi e forti».

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