Gianni Di Capua La Lega non ci sta.
Eper respingere l'accusa di avere intascato tangenti da Finmeccanica per 10 milioni di euro, il triumvirato Maroni-Calderoli-Dal Lago ha deciso di passare al contrattacco querelando per calunnia Lorenzo Borgogni, e annunciando altre azioni legali (penali e civili) nei confronti di tutti coloro che assoceranno il Carroccio alle tangenti. Un movimento come quello di Bossi, che nel '92 ha costruito il consenso proprio contro i partiti della cosiddetta prima Repubblica travolti dall'inchiesta sulle tangenti, soprattutto in un momento come questo, non vuole essere identificato come il partito delle mazzette. Roberto Maroni, sempre più attivo su Facebook, ha dettato la linea già in mattinata senza mezzi termini: «Abbiamo dato il via alle azioni legali (civili e penali) contro tutti i farabutti che accusano la Lega di aver preso fondi neri o (addirittura) tangenti. Chi tenta di infangare la Lega dovrà pagare e pagare salato». E a Varese ha avuto un incontro riservato con il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, che secondo le accuse di Borgogni, avrebbe cercato appoggi dalla Lega che, poi, avrebbe ricompensato in vari modi alcuni favori. Alla riunione, che è servita per raccogliere informazioni utili a stabilire la linea difensiva, era presente anche il membro leghista del consiglio di amministrazione Dario Galli. Per tutto il pomeriggio, infatti, in via Bellerio, i vertici leghisti si sono riuniti con i legali che hanno depositato la querela contro Borgogni in Procura a Milano: «Abbiamo dato incarico agli avvocati - ha dichiarato Maroni al termine della riunione - di procedere legalmente, in sede civile e penale, contro coloro che associano la Lega a questioni di tangenti». Nel comunicato diffuso al termine dell'incontro è anche stato precisato che la Lega Nord, «promuoverà pertanto tutte le azioni necessarie, nelle opportune sedi competenti, al fine di ottenere un risarcimento non inferiore ai 10 milioni di euro da chi ha associato il suo nome, o lo assocerà, a vicende di tangenti», la stessa somma delle presunte tangenti intascate. «Noi - ha precisato Maroni - siamo estranei a queste vicende e quindi chiederemo 10 milioni di risarcimento a chi ha detto che abbiamo preso tangenti per 10 milioni. Così facciamo pari e patta. Con Orsi non ho alcun rapporto particolare. Lui è stato indicato e ha lavorato bene. Io non ho sponsorizzato nessuno, sostengo le persone che valgono dentro e fuori la Lega, e Orsi non è certo della Lega», ha detto un Maroni profondamente stizzito dalle ultime accuse. E a proposito di denunce, i legali della Lega Nord hanno depositato in procura a Milano una querela per diffamazione nei confronti dell'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, a proposito di alcune affermazioni dell'ex amministratore rilasciate a un settimanale sull'esistenza di un presunto dossier da lui redatto nei confronti di Roberto Maroni. Una querela, questa, che arriva proprio nel giorno in cui Belsito ha risposto alle domande della Dia di Milano, in via Macchi. L'ex gestore dei denari del Carroccio è stato sentito dal pubblico ministero reggino Giuseppe Lombardo per l'accusa di riciclaggio. Nei giorni scorsi era stato sentito dai pubblici ministeri milanesi per rispondere alle accuse di truffa e appropriazione indebita.