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Torino: uova e cariche. Fornero contestata

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La contestazione di Torino

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Elsa "la tosta" colpisce ancora. La "sua" Torino riserva a lei e al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo quella che passerà alla storia come la prima «contestazione» al governo dei tecnici. In piazza ci sono gli studenti, gli insegnanti precari della Confederazione Unitaria di Base, ragazzi dei centri sociali e lavoratori delle cooperative. Duecento persone in tutto. «Vergogna», urlano. La sintesi di chi protesta - racchiusa nello striscione che apre il corteo - è spietata: «Lacrime di coccodrillo, Profumo d'austerity». A rendere più frizzante l'atmosfera ci sono uova e fumogeni. I manifestanti - una volta raggiunto il Teatro Nuovo, dove si terrà la Conferenza sulla scuola cui parteciperanno i professori - iniziano al lanciarli contro le auto dei ministri. Le forze dell'ordine sono costrette a intervenire, facendo allontanare chi rischia di diventare pericoloso. La «contestazione» è tutta qui. Fornero, dal palco, a scontri non ancora avvenuti, sembra rispondere a chi è in piazza. «In questo Paese abbiamo troppo poco spirito costruttivo, quindi vorrei che questo si espandesse un pochino - attacca - Vorrei che molte persone anziché lamentarsi sempre, o protestare, e ci sono molti motivi per lamentarsi che comprendiamo tutti, comprendessero che forse potremmo lavorare tutti insieme e forse ne avremmo qualche beneficio». È un appello alla coesione e al pragmatismo. Le difficoltà ci sono, ma se ognuno fa la sua parte il Paese può ripartire, azzerando le ragioni di chi sa solo criticare. Elsa, la sua parte l'ha fatta. E la difende. «La riforma delle pensioni - sottolinea - è stata giudicata troppo severa, ma si dimentica che è quella che ha più allontanato lo spettro della crisi finanziaria che non è una cosa astratta, ma vuol dire non poter pagare gli stipendi e le pensioni». Di più. «È stata fatta - aggiunge - per alleggerire l'onere sui giovani delle pensioni. Non è contro gli anziani, ma per i giovani, e ripristina nel Paese un patto tra le generazioni che si era perso». Fornero si concentra anche sull'altro provvedimento che porta il suo nome: «Mi auguro che il Parlamento approvi in fretta la riforma del lavoro - spiega - Ci accusano di avere poca attenzione per i giovani, ma non è così». Il ministro sembra non gradire il vestito di "lady di ferro" che le è stato cucito addosso. Non si sente una donna senza cuore. «Siamo accusati di avere poca anima, nessun calore - ripete - di guardare solo al rigore finanziario, ai vincoli di bilancio. Dicono che la riforma del mercato del lavoro non crea occupazione. Noi speriamo, invece, che crei i presupposti per avere nuovi posti di lavoro». Quanto alla crescita, ci vuole pazienza. «Dobbiamo fare un esercizio di umiltà, tutti. Dobbiamo recuperare pazienza e valori, ma anche priorità. In questi giorni si parla molto di crescita, di cui tutti lamentano l'assenza nel Paese. Tutti sono impazienti, ma la crescita è un grande esercizio di pazienza», insiste. Il ministro è convinto che per costruire la crescita occorre «risparmiare, un altro esercizio di pazienza» ma anche investire in formazione e creare capitale umano all'altezza. È forse il tasto maggiormente battuto dal ministro, una priorità da mettere in cima alla lista. Dello Stato, certo, ma anche delle famiglie italiane. «Oggi nelle famiglie il desiderio di comprarsi una casa sopravanza quello di investire sui figli come capitale umano» spiega il ministro, secondo cui questa tendenza va invertita. «Le case si possono lasciare ai figli - sottolinea - ma conta di più lasciare loro una struttura di conoscenza e adattabilità mentale, un'apertura al cambiamento che solo la formazione può dare». Anche i valori devono cambiare, soprattutto se si vuole dare nuova unità al Paese. Elsa non ha dubbi: «O si salva tutto o non si salva». Ecco perché serve «una nuova convergenza tra Nord e Sud». Fornero ricorda di essere stata nei giorni scorsi a Reggio Calabria e di averne ricavato un «forte choc». «Forse ingenuo», ma reale. Al Sud - racconta il ministro - l'attenzione dei giovani è polarizzata sulla speranza di trovare un lavoro nel pubblico impiego, nelle forze armate, e nel mondo della Tv. «Questo non va bene per il Paese», spiega. Le parole della Fornero, fanno più rumore delle urla dei manifestanti. «Sono arroganti e offensive - attacca subito Antonio Di Pietro - Quando il ministro afferma che "bisogna lavorare insieme anziché protestare e lamentarsi", dimostra di essere lontana anni luce dal Paese reale». Fortuna che il leader Idv non si sia ricordato che Elsa di casa ne ha più di una. Anche a Courmayeur.

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