"Oggi i partigiani riprenderebbero la mitraglia"
Il presidente della Repubblica suona la sveglia alla politica, invitando a rinnovarsi «per non dare fiato ai demagoghi di turno». Ma Beppe Grillo, anche lui in piena campagna elettorale in vista delle amministrative, non ci sta a farsi ritagliare addosso il vestito del populista. «Sento parlare di populismo e di demagoghi. Ma il mio non è populismo, è politica», si difende il comico genovese il quale, ricordando la festa della Liberazione, non esclude che «davanti allo scempio dell'Italia di oggi i partigiani forse riprenderebbero in mano la mitraglia». Mentre i partiti fanno fronte comune contro l'antipolitica visto che anche ieri il Capo dello Stato li ha difesi, Grillo rivendica invece di essere l'unico partito degno di questo nome: «Noi non siamo né al 7 né al 10 per cento, sento che vogliono mettere nella prossima legge elettorale lo sbarramento al 12 per cento». «Se fanno così i responsabili dei partiti – prosegue – non si rendono conto che rischiano loro di non raggiungere quella soglia perché noi siamo il primo vero e unico movimento politico del Paese». In realta, continua Grillo, «il vero pericolo non sono io, sono i cittadini per bene, incensurati, che si sono stancati e vogliono mandare a casa questa classe fatta di partiti e ruberie per riappropriarsi del piacere e del dovere di discutere delle scelte pubbliche». Uno scenario che lascerebbe sgomenti i partigiani. «Oggi, 25 aprile – picchia duro il comico – se i partigiani potessero levarsi dalle tombe resterebbero sgomenti per lo scempio che si troverebbero davanti: un Paese senza sovranità popolare, con l'elezione a tavolino dei parlamentari da parte di pochi segretari di partito, un Parlamento immorale, peggio di quello fascista che almeno non si nascondeva dietro alla parola democrazia». Davanti a questa realtà, l'Italia per Grillo è ad un bivio: «Agli elettori dico che hanno due scelte: o un salto nel buio con noi o una lenta e consapevole eutanasia con i partiti che ci sono adesso».