Sui finanziamenti un'altra figuraccia

Ci avevano provato con un emendamento al decreto fiscale. Era andata male. Ci hanno riprovato con una proposta di legge. È andata peggio. Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini avevano promesso tempi rapidi per l'approvazione delle nuove regole sulla trasparenza dei bilanci dei partiti. Ad oggi l'unica certezza è che, almeno di invenzioni dell'ultimo minuto, non sarà così. Ieri pomeriggio, infatti, la Camera è stata chiamata ad esprimersi sulla scelta di assegnare il testo in sede legislativa alla commissione Affari Costituzionali. Con un sì tutto si sarebbe svolto senza passare dall'Aula. E qualcuno parlava già di via libera definitiva entro venerdì. Per respingere la richiesta bastavano 63 no. Alla fine sono stati 76. Anche se si è trattato di un vero e proprio colpo di scena. La prima votazione, infatti, si è svolta per alzata di mano e ha dato via libera alla legislativa. Poi, a conferma, ne è arrivata una seconda, sempre favorevole, con voto elettronico senza registrazione dei nomi. Quando tutto sembrava concluso, però, la presidenza di Montecitorio ha ricevuto un elenco di firme contrarie. All'inizio erano 74, due sono arrivate in corso d'opera, ma il risultato non cambia. Per essere approvata la proposta di ABC dovrà passare l'esame della commissione e, poi, quello dell'Aula. L'idea è quella di calendarizzarla il prima possibile. A maggio dovrebbero arrivare in Assemblea i testi, 17, che prevedono l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione e le norme sui rimborsi potrebbero salire sullo stesso "treno". In ogni caso la celerità promessa non ci sarà. Anche perché a questo punto la questione diventa politica. E c'è chi giura che "l'incidente" successo ieri alla Camera è stato studiato a tavolino per rinviare la discussione e quindi, ritardare anche quella sulla legge elettorale e sulle riforme costituzionali. Un'ipotesi che verrebbe confermata dal fatto che, tra le 76 firme, oltre alle 59 già annunciate della Lega, ci sarebbero anche quelle di alcuni esponenti del Pdl (sicuro Giorgio Stracquadanio, forse Isabella Bertolini) e di diversi deputati del gruppo Misto (sicura la componente Grande Sud di Gianfranco Micciché). Immediato il commento del vicepresidente dell'Assemblea nazionale del Pd Marina Sereni: «I cittadini devono sapere la verità. Alcuni deputati sono andati in soccorso alla Lega per impedire l'approvazione rapidissima di una riforma sui controlli e le sanzioni sui bilanci dei partiti, siamo di fronte ad un fatto gravissimo». Ma la rabbia dei Democratici è soprattutto indirizzata contro la Lega accusata di volere pochi controlli per poter gestire in assoluta libertà i finanziamenti pubblici. «Abbiamo chiesto che un tema così importante come quello della trasparenza dei bilanci dei partiti politici - replica con una nota ufficiale il gruppo del Carroccio - potesse essere discusso alla luce del sole nell'aula del Parlamento, davanti a tutti, mentre la maggioranza si vuole nascondere in Commissione per non far capire ai cittadini ciò che sta accadendo. La Lega Nord chiede che oltre alla necessaria trasparenza dei bilanci dei partiti, si parli anche del finanziamento pubblico ai partiti. La maggioranza, invece, vuole lasciare le cose come stanno e non vuole rinunciare ad un solo euro dei soldi che riceve dallo Stato». Sul punto, proprio ieri, la segreteria del Pd ha lanciato la proposta di realizzare un'immediata e rigorosa riforma del sistema di finanziamento. Contestualmente il partito si è impegnato a ridurre le 30% le spese della prossima campagna elettorale mentre ha chiesto di sospendere la tranche di rimborsi elettorali di luglio fino a quando non verranno approvate le nuove regole sulla trasparenza e sui controlli dei bilanci. A questo punto chissà quando succederà.