Parte il burlesque elettorale
Il «burlesque» elettorale del 2013 è cominciato. Niente a che fare con le feste descritte dal Cavaliere durante il processo Ruby, qui parliamo di politica. Le coalizioni che si presentarono al voto del 2008 sono cotte e improponibili, ma dietro le quinte c’è un lavorìo intenso, una trama di scomposizione e ricomposizione dagli esiti incerti. Quarantotto ore dopo l’annuncio del «Partito della nazione» di Pier Ferdinando Casini, ventiquattr’ore dopo il documento di Beppe Pisanu sui moderati, il Cavaliere batte un colpo e il segretario del Pdl Angelino Alfano fa luccicare un «progetto che rivoluzionerà» la politica italiana. È solo il titolo di copertina, ma c’è la data di inizio, (subito dopo le elezioni amministrative), e questo basta e avanza per agitare i poli e aprire ufficialmente la partitona a poker del dopo Monti. Gatto Silvio ha sette vite, basta un suo «miao» e i topi corrono qua e là. Vedremo presto se è una sparata o qualcosa di serio. È già chiaro invece il tentativo da parte di Casini di costruire un rassemblement moderato di nuovo conio. L’obiettivo è superare l’anomalia del governo Monti,conservandone l’esperienza, «politicizzandola» quel che basta per farla digerire agli elettori. Pdl e Pd hanno progetti convergenti: archiviare il governo dei tecnici e far tornare i partiti a Palazzo Chigi. Bersani non l’ha mai nascosto, D’Alema lo predica. E anche Berlusconi in fondo lo pensa. Non è detto che vi riescano, ma ci provano. Pesano le ultime scelte dell’esecutivo: troppe tasse, niente crescita, un certo snobismo e zero esperienza delle cose del mondo. Berlusconi punta a chiudere la trattativa sulla legge elettorale proporzionale alla tedesca in brevissimo tempo. Vince (e governa) chi arriva primo. E le coalizioni si formano dopo il voto. Uno scenario per niente sfavorevole al partito del Cavaliere che nei sondaggi è quasi appaiato al Pd, intorno al 25/26 per cento. Per queste ragioni i democrats hanno sempre la tentazione di andare al voto anticipato in ottobre. Con l’attuale legge elettorale vincono le elezioni. Ma governare? Così è mission impossible. Le manovre di Casini sono la miccia piazzata sull’esplosivo. «Non ci faremo fare il giochino di Palazzo sotto il naso da chi è da novant’anni in politica» commentano dal quartier generale berlusconiano. Obiettivo: marcare l’avversario, stanarlo sulle riforme e «farlo invecchiare» con un progetto elettorale shock. Sciogliere il Pdl? Una listona civica nazionale? Per ora sono giochi teorici, ma il cartello sui lavori in corso ha già una sigla: Rifondazione delle libertà.