Il Colle: "Non demonizziamo i partiti"

Il vento dell'antipolitica soffia sempre più forte nel Paese e porta su in alto, fino al Quirinale, l'eco del dissenso popolare, delle polemiche sui finanziamenti ai partiti. Napolitano risponde chiarendo che sì bisogna «estirpare il marcio» ma senza «demonizzare» le forze politiche. Il vento che rischia di trasformarsi in bufera è sospinto dai toni violenti di Beppe Grillo che evoca «pubblici dibattimenti» è «pene esemplari». Il comico definisce i partiti come «metastasi» ed è convinto che le «critiche» alla cosiddetta antipolitica nascano più per il «terrore» di quello che potrebbe accadere che per altro. E chiama la piazza per arrivare a «pene esemplari». Il presidente della Repubblica, invece, interviene per porre un freno ad una pericolosa deriva che rischia di travolgere il Paese con i suoi crescenti fermenti di populismo: «Il marcio si deve estirpare», spiega il capo dello Stato senza mai riferirsi direttamente a Grillo che ieri lo aveva attaccato a testa bassa su questi temi. Ma «guai a fare di tutte le erbe un fascio, a demonizzare i partiti, a rifiutare la politica», aggiunge. Non basta puntare l'indice contro i partiti perché «non sono il regno del male, del calcolo particolaristico e della corruzione». Il presidente interviene in occasione del centenario della nascita del presidente della Dc, Benigno Zaccagnini. La massima carica dello Stato si rivolge alla nazione più che al Palazzo, verso il quale più di una volta ha già indirizzato inviti ad intervenire per rimodernare la struttura dello Stato con le riforme ed a ridurre gli sprechi. Appelli finora inascoltati. Napolitano punta ad essere in sintonia con la gente e di rifuggire a pericolose tentazioni populistiche. E così ricorda che il «marcio - come definisce la corruzione e il malaffare in politica - ha sempre potuto manifestarsi, e sempre si deve estirpare», ma «anche quando sembra diffondersi e farsi soffocante - prosegue - non vanno dimenticati tutti gli esempi passati e presenti di onestà e serietà politica». Esempi «di personale disinteresse, di applicazione appassionata ai problemi della comunità». Le parole del presidente vogliono infondere fiducia per il futuro. Napolitano invita a «cambiare quel che va cambiato, riformare quel che va riformato oggi qui, senza ulteriore indugio» e a «trasmettere ai giovani la vocazione alla politica». Ed è questo, secondo Napolitano, l'antidoto al virus dell'antipolitica. E sì, perchè intanto nel Paese crescono le polemiche per il finanziamento pubblico ai partiti. E, soprattutto, nei sondaggi come nei consensi crescono i grillini. Ne è cosciente lo stesso Beppe Grillo che manda un avviso ai politici: «Ehi! Non pensate di cavarvela così - "urla" dal suo blog - Con qualche comparsata televisiva e un Rigor Montis radiocomandato, mantenendovi a distanza dai cittadini sparando frasi fatte sull'antipolitica». «Ci criticano perché terorizzati», dice ancora. L'attacco del leader del Movimento 5 stelle è ai partiti, definiti «insaziabili come una metastasi»: «Vi volete ripresentare, riverginati dai media, alle elezioni 2013 - scrive - per non essere messi sotto processo dalla Nazione che avete distrutto». «Nessuno uscirà di qui, parafrasando Jim Morrison - avverte - senza un pubblico dibattimento. Senza una pena esemplare».