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Monti: ci battiamo per evitare il destino della Grecia

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«La crisi impone un prezzo altissimo Peggio con il default. Crescita dal 2013»

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Ilpremier Mario Monti, dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato il Documento di economia e finanza, agita ancora una volta lo spettro della Grecia per sottolineare l'obbligatorietà delle riforme dolorose. Ma l'ardito parallelismo con un Paese davvero nel baratro, arriva proprio nello stesso momento in cui il Fondo Monetario internazionale, di solito così critico verso l'Italia, mette in evidenza i punti di forza del nostro Paese: ovvero una propensione al risparmio da parte delle famiglie che non ha eguali nel mondo industrializzato e l'elevata solidità delle banche. Monti evoca il caso Grecia anche sulla questione dei suicidi, come conseguenza drammatica della crisi ma, avverte il premier, «senza il lavoro di questi mesi saremmo stati nel baratro del default del debito sovrano». In Grecia ci sono stati 1725 suicidi, «noi lo eviteremo», ha affermato ancora, ma è necessario che i partiti «condividano le riforme al di là della vita breve di questo governo». Lancia un richiamo alla politica affinchè non stia a guardare in attesa di tempi migliori. «I mercati guardano anche alla riforma elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, il finanziamenti ai partiti». Tutti temi che «non sono irrilevanti o cosa diversa ai fini della credibilità che conta anche per lo «spread». Monti riconosce il contributo dato dai partiti nel percorso del risanamento del bilancio «appena avviato». E riconosce che «famiglie, giovani e imprese hanno pagato un tributo altissimo a questa crisi senza precedenti che morde ormai da quattro anni». Il governo si è dunque impegnato per la stabilizzazione che permetterà di «raggiungere nel 2013 il pareggio di bilancio». Il premier non ha negato che si tratta di una meta «ambiziosa». La crescita non tornerà fino al 2013 e solo il prossimo anno si avrà un avanzo primario pari al 3,9%. «Con le riforme il pil dovrebbe salire del 2,4% di qui al 2020». L'Italia «ha messo in sicurezza i conti con uno sforzo collettivo ma molto resta da fare». Sul versante delle entrate il presidente del Consiglio ribadisce che «in futuro i proventi della lotta all'evasione fiscale dovranno essere utilizzati anche per ridurre le aliquote fiscali». La questione della pressione fiscale è stata affrontata anche dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera che ha prospettato una riduzione delle accise. Siccome su queste «c'è stato un intervento molto forte è possibile che quando parleremo di sgravi con la lotta all'evasione se ne discuta. Si valuterà se tornare parzialmente indietro». Passera ha sottolineato che il governo è impegnato a fare di tutto «perché la bolletta smetta di crescere: quello del gas, è un mercato da rendere molto più competitivo, dobbiamo lavorare su rigassificatori e gli stoccaggi. Abbiamo già separato Eni da Snam». Quanto rinnovabili: «È un'area dove sono già impegnati 170 miliardi nei prossimi 20 anni. C'era da spostare l'enfasi verso filiere più interessanti per creare occupazione: abbiamo messo 60 miliardi per favorire crescita di questi settori. C'è poi molto di più da fare nel campo dell'efficienza energetica». Monti ha speso un paio di battute pure sul tema del beauty contest smentendo che questo possa aver creato problemi con il Pdl. Per oggi è stato fissato un incontro tra il premier e Berlusconi ma nel pomeriggio sul sito del Foglio il direttore Ferrara ha anticipato che tutto è saltato perchè, si legge, il Cav non vuole che si pensi che lui sarebbe andato a parlare di frequenze tv. Il balletto delle indiscrezioni è continuato per utto il giorno perchè da Palazzo Chigi sono arrivate delle smentite. Le diverse stime sulla crescita italiana che arrivano da istituzioni internazionali non preoccupano il premier Mario Monti, che ritiene invece molto più importante il fatto che «Schauble, Lagarde, gli Usa, dicano che stiamo facendo le riforme necessarie: mi conforta molto di più che non ci siano smagliature su queste affermazioni, di quanto mi sconforti il mezzo punto in più o meno». Durante la presentazione del Def, Monti rivolgendosi al vice Grilli si è lasciato sfuggire una sorta di investitura che subito ha scatenato un vespaio di illazioni. Il presidente del Consiglio, parlando di dati economici, si è rivolto a Grilli così: «Mi corregga il viceministro (piccola pausa, ndr), vorrei dire ministro, (risatina, ndr) Grilli se sbaglio». Questo ha rimesso in moto le ipotesi di una imminente promozione di Grilli. Intanto il Time inserisce Monti e il presidente della Bce Mario Draghi tra le 100 persone più influenti nel mondo. Il magazine statunitense spiega che il premier «ha ora sulle spalle il destino di un continente: se continuerà a istituire riforme significative l'Europa potrà superare la crisi del debito, altrimenti l'idea di un'Europa unita deraglierà». Partiti soddisfatti a metà. Alfano, leader del Pdl: per sostenere la crescita bisogna smettere di aumentare le tasse. L'Idv ironizza: Monti ci prende in giro, le imprese continuano a chiudere.

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