Il Carroccio pagava l'affitto di casa Calderoli
Ormai è uno stillicidio. Ogni giorno che passa la saga leghista si arricchisce di un particolare. Mercoledì il dossieraggio organizzato dall’ex tesoriere Francesco Belsito (pare con il beneplacito di Umberto Bossi) ai danni di Roberto Maroni, ieri la casa romana di Roberto Calderoli. Con l’affitto pagato, stavolta non a sua insaputa, dal Carroccio. La circostanza è emersa dall’analisi degli atti sequestrati dai carabinieri del Noe di Roma. Non solo, i militari dell’Arma hanno interrogato anche il proprietario dell’appartamento, che si trova nella zona di Monteverde vecchio in via Ugo Bassi, che avrebbe confermato la circostanza. Ma l’ex ministro, nominato triumviro dopo il passo indietro del Senatùr, respinge ogni accusa e contrattacca: «Mi si infanga per aver avuto in dotazione da parte del movimento una casa-ufficio dal costo di 2.200 euro al mese, quando io ne verso mensilmente 3.000 di euro alla Lega Nord». «Siamo all’incredibile - commenta Calderoli -. Si viene infangati per aver fatto il proprio dovere, per aver lavorato e tanto! E tutto questo senza aver mai preso un euro di stipendio, per aver lavorato sette giorni su sette, tutte le settimane dell’anno!». «Come ho già spiegato nelle scorse settimane - prosegue - da 10 anni svolgo l’incarico di Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, incarico che mi ha portato a lavorare quasi sette giorni alla settimana, tutte le settimane dell’anno, feste, sabati e domeniche compresi, con una media di quasi 100mila km l’anno, girando in lungo e in largo su tutto il territorio nazionale. Per questo mio lavoro non ho mai percepito un’indennità e per anni il movimento mi ha soltanto riconosciuto un rimborso per le spese sostenute, rimborso che è stato costantemente e totalmente devoluto al movimento stesso». «Da un anno e mezzo - aggiunge - la Lega Nord ha sottoscritto un contratto di affitto per un appartamento a Roma che è stato dato in uso a me, come mia residenza e mio ufficio dove poter incontrare, anche riservatamente, i vertici del movimento e delle altre forze politiche. Al netto di tutto questo, a fronte di questi accordi sottoscritti con il movimento, ho beneficiato di uno strumento di lavoro, ma verso 3.000 euro mensili al partito e mi faccio carico delle spese che sostengo in qualità di Coordinatore del movimento. Tutto quanto da me dichiarato è assolutamente circostanziato e dimostrabile e tutto questo è noto anche l’attuale Segretario Amministrativo della Lega Nord». Insomma, non c’è nienta da nascondere. Calderoli incassa la solidarietà del partito, ma la sua è solo una delle novità che riguardano le vicissitudini giudiziarie del Carroccio. La prima, forse la più significativa, viene dall’ex tesoriere che ha chiesto ai pm milanesi di essere ascoltato per dichiarazioni spontanee. Il suo interrogatorio dovrebbe svolgersi la prossima settimana e non è escluso che da lì emergano nuovi elementi. Nel frattempo continua a tenere banco la vicenda dei diamanti. Gli avvocati della Lega hanno riferito ai magistrati che il partito era all’oscuro degli investimenti. Mentre dalla Banca d’Italia sarebbe arrivata una segnalazione su alcuni movimenti sospetti che riguardano i conti correnti di Piergiorgio Stiffoni. In particolare ci sarebbe stato un passaggio di 200mila euro da un conto all’altro. Soldi che Stiffoni avrebbe poi utilizzato per acquistare i diamanti. Da dove venivano? È la domanda cui l’esponente leghista dovrà rispondere, ma è la stessa cui dovrà rispondere anche Rosy Mauro sotto osservazione per le spese relative all’acquisto di due abitazioni in Sardegna e a Gemonio.