Il governo chiede aiuto alle banche per sbloccare uno dei nodi dell'economia italiana.
Ovveroaziende private che non incassano soldi ma allo stesso tempo sono costrette a pagare in moneta sonante i loro obblighi fiscali e contributivi visto che finora non è mai passata la linea di autorizzare le compensazioni fiscali. Per trovare una soluzione il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha incontrato ieri nel suo dicastero i vertici dell'Abi, l'associazione bancaria italiana, rappresentata dal presidente Giuseppe Mussari e dal direttore generale, Giovanni Sabatini. Presenti anche il presidente dell'Ania, Aldo Minucci, di Rete Imprese Italia, Marco Venturi, di Confartigianato Giorgio Guerrini, di Lega Coop Giuliano Poletti. Per il governo hanno partecipato anche Giuseppe Tripoli, «Mister Pmi» e i dirigenti del ministero dell'Economia. Lo stesso incontro è stata la prima uscita ufficiale del nuovo presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Un meeting che avrebbe sortito una prima intesa per sbloccare i fondi vantati dagli imprenditori. Passera ha offerto la creazione di un tavolo periodico di monitoraggio sull'entità dell'insoluto e una certificazione dei debiti che consentirebbe la loro parziale liquidazione nel sistema bancario. Nessuna compensazione come richiesto dalle aziende per non creare ammanchi di gettito vitali nel processo di correzione dei conti pubblici. A confermare che la via tracciata per uscire dall'impasse sia proprio questa è stato il presidente Mussari: «Sono stati fatti dei passi importanti in avanti e credo che nei prossimi giorni si possa addivenire alla sottoscrizione di un accordo tra le parti private». Secondo Mussari, l'accordo renderà possibile lo sblocco di una liquidità pari alle cifre già indicate dal ministro Passera, ovvero intorno ai 30 miliardi di euro. «C'è la disponibilità delle banche - ha detto - su cifre importanti». Ai 30 miliardi di euro si aggiungerà il plafond da 5 miliardi per gli investimenti per il quale l'Abi si è assunta ieri l'impegno a un rinnovo quando le risorse saranno esaurite. Quanto alla sottoscrizione definitiva Mussari ha risposto che «ci vuole un substrato normativo». Il riferimento è al dl fiscale che è in corso d'approvazione dove figurano norme sul pro-solvendo. E cioè sulla possibilità che nella cessione del credito alla banca in cambio di liquidità le imprese mantengano la responsabilità del mancato pagamento da parte dell'ente pubblico. Una previsione che ha trovato l'opposizione delle imprese. «La cessione pro solvendo proposta dall'Abi è per noi inaccettabile» ha spiegato Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato, sulla soluzione che sarebbe stata individuata per sanare il problema dei crediti che le imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione. «La strada maestra» per garantire maggiore liquidità alle pmi alle prese con la crisi e con la restrizione del credito, ha affermato entrando al ministero dello Sviluppo economico, «è la compensazione tra crediti e debiti dello Stato. I crediti che hanno le imprese con la p.a. vanno compensati alle scadenze fiscali con gli importi che le aziende devono versare. È il modo più semplice» ha sottolineato. Altra soluzione è il pro soluto, cioè lo sconto delle fatture senza mantenere la responsabilità del mancato pagamento. Difficile da ottenere. Più ottimista alla fine dell'incontro è stato il presidente di Rete Imprese Italia, Marco Venturi che ha detto che «una risposta c'è stata, speriamo che nei prossimi giorni si possano fare altri passi avanti». Venturi ha giudicato positivamente soprattutto l'aver ottenuto «la certificazione dei crediti della p.a. da parte dello Stato». «Non è quello che abbiamo chiesto, cioè la compensazione diretta credito-debito, ma è comunque un primo passo che credo aiuti le imprese ad affrontare una situazione complessa». In pratica «le imprese, attraverso la certificazione da parte dello Stato - ha spiegato -, potranno accedere ai finanziamenti». Insomma per ora la certificazione offerta dal ministro Passera, una sorta di bollino blu che garantisce il pagamento dei crediti, potrebbe accontentare le aziende. Su questo punto Mussari ha anche anticipato che ora «servono decreti del ministero dello Sviluppo e del ministero dell'Economia che credo siano in corso di preparazione».