Un Carroccio di diamanti
Diamanti e lingotti d'oro con i soldi dei partiti, partiti ricchi con i soldi degli italiani poveri e un Grillo che terrorizza i partiti. Sembra il titolo sciogli lingua di un cartone animato, invece è la realtà sempre più incredibile della politica nostrana. Ieri abbiamo appreso con interesse delle operazioni che con sprezzo del pericolo - e del ridicolo - il tesoriere della Lega Francesco Belsito aveva messo in piedi. Per carità, alla finanza creativa dei partiti ormai siamo abituati, ma sconcerta sapere che dai conti del Carroccio sia sparito denaro poi usato per l'acquisto di gemme e oro. Non sentivo parlare di lingotti dai tempi dello scandalo Poggiolini: siamo a un'evoluzione sempre più sofisticata della specie predatrice. Evidentemente al tesoriere leghista non bastava trasferire soldi in Tanzania, così aveva messo su un traffico più scintillante. Seicentomila euro di contanti usciti dai conti di Banca Aletti e Banca Popolare di Novara diventano cinque chili d'oro (200 mila euro) e 400 mila euro di diamanti. I preziosi vengono poi spartiti tra Rosi Mauro, Stiffoni e lo stesso Belsito. Una sola parola: incredibile. Quello che stiamo vedendo sulla gestione dei rimborsi elettorali leghisti è inimmaginabile. Siamo a un punto di non ritorno della politica e la reazione dei partiti è debole, confusa, inspiegabile. Le indagini si moltiplicano. La Regione Lombardia è decimata e le inchieste ormai sfiorano anche il presidente Formigoni. Il meccanismo giudiziario è lo stesso di Tangentopoli, ma stavolta la situazione è peggiore. Perché non ci sono alternative credibili, i tecnici da soli non ce la fanno a tenere il timone e la politica è arroccata in una difesa impopolare di finanziamenti pubblici e privilegi senza senso. Per queste ragioni il vento dell'antipolitica soffia fortissimo. Non è una bella notizia. Tutti hanno il diritto di candidarsi, ma vedere all'opera alcuni dei presunti salvatori della Patria non mi rassicura sul futuro della nazione. Il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo pare in forte ascesa, alcuni sondaggisti lo danno sopra al 7%. Tradotto, è una forza politica che può contare su quasi tre milioni di voti, più o meno quelli che aveva preso la Lega alla Camera nel 2008. Emergono i partiti della protesta, sono in grande difficoltà Pdl e Pd. Quattro anni fa avevano portato a casa insieme il 70% dei voti, quasi ventisei milioni di consensi. Pochi anni dopo insieme fanno solo il 50 per cento e lasciano milioni di voti in uscita libera. È una crisi grave, il segno dello sfascio del sistema politico e della nascita di un magma senza un esito finale noto. Se si vota oggi, crolla tutto. Ma nel 2013, di questo passo, non resterà quasi niente.