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Storace: "Fronte europeo con Le Pen"

Il capogruppo de La Destra alla Regione Lazio Francesco Storace

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Un progetto comune con Marine Le Pen per creare un «Fronte delle nazioni europee». Il leader de La Destra, Francesco Storace, ha incontrato la candidata alle presidenziali del Front national. Arrivando alla sede del partito a Nanterre, vicino a Parigi, Storace ha spiegato di voler lavorare con la Le Pen contro il «pensiero unico». A cosa si riferisce, onorevole Storace? «Alla moneta unica, che ormai ha preso il sopravvento sui popoli, ma anche alla finanza, al governo Monti. Con la Le Pen ci siamo intesi anche sul contrasto alle politiche monetarie imposte dalla Banca Centrale Europea e sui rischi provocati dal fondamentalismo islamico». Quali progetti concreti avete con la candidata alle presidenziali? «Ne abbiamo tanti. A cominciare dal contrasto del fiscal compact. L'idea è di organizzare un referendum europeo per cancellarlo. Poi valuteremo se c'è lo spazio per un fronte comune che potrebbe trovare uno sbocco anche alle prossime elezioni europee. Per ora l'ho invitata a un grande evento che organizzeremo a Roma, ovviamente dopo le elezioni francesi». Il professor Monti non piace nemmeno alla Le Pen? Che cosa dice la leader del Front national della situazione italiana? «Dice che in Italia c'è stato un colpo di Stato». Come vedono l'Italia in Francia? «Come un Paese che ormai è stato commissariato». Non le piace, dunque, nemmeno la maggioranza che sostiene il governo dei tecnici... «Quella è gente che ha paura di perdere voti. Sta insieme soltanto per questo». Onorevole Storace, che ne pensa delle modifiche alla norma sui rimborsi elettorali? Pochi giorni fa la maggioranza si è messa d'accordo su un testo che prevede maggiore trasparenza e più controlli, anche se nessuna riduzione dei fondi... «Ho letto con attenzione quel testo. Tra le altre cose c'è scritto che i partiti possono investire soltanto in Bot. Mi chiedo: ma perché i partiti devono investire? Io proprio non capisco le ragioni di una decisione del genere. I partiti non devono proprio avere utili». Ci sono altre cose che non la convincono delle nuove regole allo studio dei partiti? «Mi colpisce il fatto che i controlli siano affidati anche ai presidenti delle Camere. Ma come, mi chiedo, proprio a quello che ha venduto la casa ereditata da An a Montecarlo, stranamente abitata dal cognatino, a società offshore?».

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