Lusi non si fida di Rutelli. Teme che inquini le prove
Politici e tesorieri non finiranno mai di stupire. Adesso è Lusi a non fidarsi di Rutelli. L'ex amministratore dei fondi della Margherita, indagato per appropriazione indebita dalla procura di Roma per aver sottratto oltre venti milioni al partito, ha chiesto tramite un'istanza presentata dai suoi legali Luca Petrucci e Renato Archidiacono un «urgente e non differibile sequestro probatorio del sistema informatico disponibile alla Margherita e ciò al fine di evitare qualsivoglia pericolo di inquinamento probatorio». L'iniziativa, successiva alla consegna agli inquirenti di una relazione da parte della società di consulenza Kpmg nella quale si fa riferimento a spese non giustificate per 13 milioni di euro, è motivata - hanno spiegato i difensori di Lusi - da notizie di stampa secondo le quali «il sistema Edp ed il software per la gestione contabile» della Margherita «sono risultati estremamente flessibili e accessibili». Quindi, a detta degli avvocati, il sistema «potrebbe essere ancora oggi manomesso da chiunque e non è difficile conoscere il nome di quel chiunque». Insomma, la guerra continua. E la Margherita non intende tirarsi indietro. Sono considerazioni «del tutto irrilevanti» - commenta il legale dell'ex partito, Titta Madia - la «giustizia farà il suo corso, i leader dell'associazione sono fiduciosi nell'accertamento della verità». I difensori di Lusi non risparmiano certo il sarcasmo. I sospetti, emersi dalla relazione della Kpmg, su 13 milioni di euro? «Ci attendiamo che la società di revisione accerti che l'ammanco arrivi ai 220 milioni di euro, per poter attribuire l'intero uso delle risorse all'indagato ed archiviare definitivamente il caso», rispondono. Di più. «Gli attenti analisti, potranno verificare come le autovetture a noleggio, tutte di rappresentanza, siano svariate, probabilmente il senatore Lusi aveva l'abitudine non solo di compiere migliaia di chilometri, ma evidentemente di cambiare più autovetture nel corso della giornata». Petrucci e Archidiacono, comunque, concordano sulla «opportunità di restituire ai cittadini, tutto quanto posseduto fiduciariamente dal senatore, tanto che, dal 2 aprile, è stato chiesto ai tesorieri reggenti della Margherita di indicare il soggetto e le procedure per la cessione di tutte le quote della società che detiene gli immobili, e ciò con gli intendimenti pubblicamente annunciati dai tesorieri reggenti». Ma non è questa l'unica novità. I coniugi Lusi lasceranno la villa di Genzano e l'appartamento di via Monserrato, nel centro di Roma, entrambi acquistati da società dell'ex tesoriere e con soldi, secondo l'accusa, frutto delle sottrazioni illecite. «Il 12 aprile scorso - spiegano gli avvocati - Lusi e la moglie hanno comunicato il recesso dal contratto dell'immobile di Genzano che sarà riconsegnato il 7 luglio, mentre il 4 aprile hanno comunicato il recesso per l'immobile di via Monserrato, che sarà rilasciato il 4 maggio». Rutelli, in questo caso, apprezzerà.