Urso: «Il Senato diventi un'assemblea costituente per le riforme»
AdolfoUrso, presidente di FareItalia, scende in campo per dare una mano ai "tecnici" di Pdl, Pd e Terzo polo alle prese con la bozza di riforma dell'assetto istituzionale. Alcuni passi avanti gli "sherpa" li hanno fatti... «La bozza a cui stanno lavorando Pdl, Pd e Terzo polo prevede riforme importanti, dal taglio del numero dei parlamentari all'aumento dei poteri del premier, ma non riesce ad essere un cambiamento organico dell'assetto istituzionale. Di più. La diversificazione del ruolo di Camera e Senato non risolve nulla». Lei cosa propone? «Quello che ho proposto più volte in questi ultimi mesi è di dare alla Camera la funzione politica e quella legislativa e di fare del Senato un'assemblea costituente che abbia il compito di riformare la seconda parte della Costituzione». Non una terza Costituente, quindi... «Diciamo che sarebbe il Senato a fare quello che si è fatto nel biennio '46-'48: dovrebbe redigere il testo della riforma, sottoporlo un anno dopo al referendum popolare, riservarsi poi un altro anno per gli accorgimenti istituzionali e infine scrivere la nuova legge elettorale conseguente alla forma di Stato scelta». Arriveremmo così al 2015. Il compito del Senato costituente sarebbe esaurito? «Esatto, e si andrebbe alle elezioni con le nuove regole. Sarebbe magari il tanto atteso Senato delle Autonomie, eletto nel territorio, come accade negli Stati Uniti o in Germania. Anche perché c'è una coincidenza temporale non da poco: nel 2015 ci sono le elezioni regionali. Sarebbe un Senato delle Autonomie eletto insieme alle Autonomie». Potrebbe essere la strada giusta per riformare adesso quel che è possibile e prendere un impegno per il futuro? «Vede, in questo modo i cittadini capirebbero intanto che qualcosa è stato fatto adesso e che il resto sarà fatto, per legge, nel prossimo bienno. E poi sarebbe chiara agli occhi di tutti la diversità di ruolo tra i due rami del Parmanento». Il Pd le ha rubato l'idea... «Quando l'ho proposta alcuni giorni fa al workshop sulle riforme organizzato dalla fondazione di Alemanno, Violante era contrario. Ma Boccia era d'accordo con me». Subito divisi insomma? «Queste erano le posizioni. Poi però Franceschini ha rilanciato la proposta e Bersani l'ha applaudito, mi sembra. Sono contento che lo abbiano fatto, però...» Però... «Il problema è che siamo tornati al baratto. Vogliono farne merce di scambio per ottenere adesso la riforma elettorale. Sarebbe una scelta di alto profilo istituzionale, ne parlò già Cossiga 20 anni fa. Non torniamo al baratto».