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Rivoluzione Lega. Rizzi in bilico

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L'assessore della Lombardia a un passo dalle dimissioni Il Carroccio cambia modello: addio leader, spazio ai dirigenti

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Adessonel Carroccio parte la riorganizzazione. Addio al leader unico del partito, archiviato con Bossi. Presto, invece, debutterà l'ufficio di presidenza, un organismo ristretto, formato da pochi dirigenti, che gestirà il movimento. Non solo. Il segretario federale, che sarà scelto nel prossimo congresso, a fine giugno, sarà affiancato da un vice. Cambierà lo statuto, che prevederà anche maggiori controlli sui conti. Intanto, sul fronte della «pulizia» si va avanti. Ora tocca alla Lombardia. Alla Regione è data per imminente la sostituzione dell'assessore Monica Rizzi, a cui Umberto Bossi due anni fa affidò il figlio Renzo per il suo debutto in politica e che è stata anche indagata perché sospettata d'aver creato dossier per favorirlo. Oggi al Pirellone si riunirà il gruppo leghista. Ci saranno per la prima volta anche Roberto Maroni e Roberto Calderoli, i triumviri del Carroccio. «O la Rizzi si dimette o non avrà più la nostra fiducia», è la linea che porterebbe alla revoca delle deleghe all'assessore allo Sport, destinata a essere sostituita da un'altra donna leghista. La diretta interessata si è sempre detta «serena» e sicura di aver agito senza ombre, ma la piega presa dagli eventi rischia di non risparmiarla. «Se la Lega avrà delle richieste ne parleremo, come ho sempre detto la composizione della Giunta è figlia di un accordo tra il presidente e i due partiti di maggioranza», si è limitato a spiegare il governatore lombardo Formigoni. Resta il nodo Rosi Mauro. Il vicepresidente vicario del Senato è la figura più rappresentativa della Lega Nord nelle istituzioni «romane». Da lì non può essere rimossa perché, come ha ricordato il presidente Schifani, l'istituto della sfiducia non è previsto per la sua carica. Ma le cose sono più complesse di come sembrano. Prima e dopo la sua espulsione dal partito, Rosy Mauro ha ricevuto alcuni senatori leghisti, come il vicepresidente del gruppo Mazzatorta. Secondo fonti parlamentari, l'espulsione di Rosy Mauro potrebbe addirittura spaccare il gruppo al Senato. Per il resto la Lega va avanti. Anche se il colpo è stato pesante. Secondo gli ultimi sondaggi l'emorragia di voti sarebbe pari al 4-5 per cento. In un'intervista al Corriere della Sera, Maroni ha detto che «non ci sarà più un altro Umberto Bossi» e che il partito di via Bellerio si darà «un nuovo assetto». In effetti il Consiglio federale della settimana scorsa ha deliberato che il Federale non basta più. Servono altri luoghi decisionali, come già accaduto per il partito di via dell'Umiltà dopo il passo indietro di Silvio Berlusconi. Durante le riunioni tra i big della Lega Roberto Maroni ha ribadito più volte che potrebbe anche non fare il segretario e che magari potrebbe ricoprire la massima carica solo per un periodo di un anno, il tempo giusto per rilanciare il partito.

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