Rampelli: «Meno rimborsi elettorali e più democrazia nei partiti»
Loprevede la proposta di legge presentata pochi giorni fa dal deputato del Pdl Fabio Rampelli. Non ne saranno molto contenti i partiti... «È una norma che favorisce i partiti seri, quelli che intendono tornare a essere la cerniera tra popolo e istituzioni». Non se la passano bene in questo momento... «In questi ultimi venti anni c'è stata una costante perdita di democrazia e di controllo nei partiti fino ad arrivare alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la Margherita e la Lega. La mia proposta di legge immagina una riforma dei partiti che, nel caso di inadempienze, imponga la diminuzione dei rimborsi dal 50 fino all'80 per cento e poi l'intera cancellazione». Non trova esagerati i «rimborsi»? Per le elezioni politiche del 2008 i partiti hanno ottenuto 503 milioni a fronte di 136 milioni di spese dichiarate. Si tratta di un finanziamento pubblico mascherato, quello che gli italiani hanno cancellato con un referendum nel 1993. «Non ci trovo niente di male a tornare al finanziamento pubblico ai partiti. La democrazia ha dei costi. In alternativa possiamo lasciare i rimborsi ma proporzionati a quello che i partiti spendono in campagna elettorale». Magari pure assicurare maggiore confronto nei movimenti... «Esatto. Con i soldi dei cittadini le oligarchie che controllano i partiti non possono fare quello che vogliono. E questo vale anche per la linea politica, che spesso i parlamentari apprendono dai giornali. Non ci sono luoghi dove confrontarsi, pochi decidono tutto». In Parlamento ci sono da tempo più di trenta proposte di legge sul finanziamento ai partiti. La sensazione è che si sta muovendo qualcosa solo perché alcuni tesorieri sono stati presi con le mani nella marmellata. «È una sensazione che abbiamo in molti ma le trenta proposte di legge esprimono comunque la volontà di cambiare le cose. Ora tocca ai politici guadagnare la testa di questo cambiamento oppure falliranno definitivamente». Il 31 luglio i partiti avranno altri 100 milioni di rimborsi. La Lega ha detto che rinuncerà alla sua parte, l'Idv che finanzierà iniziative sociali. Lei che ci farebbe? «Intanto mi sottrarrei alla gara per la trovata più demagogica, al derby a chi la spara più grossa. La politica ha dei costi che vanno sostenuti. Tuttavia capisco che in questo momento, in piena crisi economica, sarebbe saggio usare una parte di questi rimborsi per iniziative importanti, per gli esodati o la protezione civile. In ogni caso, la mia proposta prevede anche che una parte dei rimborsi sia distribuita sul territorio, perché spesso la politica locale va avanti solo con i soldi dei militanti».