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Fini su Twitter: «Fini lasci la Camera ora o mai più». Ma era Granata

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Oforse no. Di certo i suoi glielo chiedono. Lo fa su Twitter il vicepresidente vicario dei deputati di Fli Carmelo Briguglio: «Polo della Nazione? Senza Fini in campo non decolla, Casini da solo non ce la fa». E anche il vicecoordinatore del partito Fabio Granata non è da meno: «Gianfranco Fini ha anticipato la fine delle categorie politiche del '900 e per difendere legalità e dignità nazionale ha determinato la fine del berlusconismo. Tutto questo non lo ha e non lo abbiamo fatto per consegnare la politica italiana ai poteri finanziari né tantomeno per morire democristiani: ora è il momento per tornare in campo a mani libere e costruire il grande movimento del patriottismo repubblicano e legalitario». «Ora o mai più - prosegue -: il suo tempo è qui e ora, senza se, senza ma e senza impedimenti istituzionali». Insomma, basta vestire i panni ingessati di terza carica dello Stato, è giunto il momento di tornare nell'agone. La notizia scatena l'immediata polemica di chi, soprattutto sui social network, rinfaccia ai finiani di usare le istituzioni a proprio uso e consumo. Ma su Twitter nasce un caso nel caso. Le parole di Granata vengono infatti twittate attraverso il profilo di Fini. Così il giornalista di Radio24 Francesco Spetia non può fare altro che domandare al diretto interessato: «Cioè si dimette dalla presidenza della Camera?» Qualche minuto di imbarazzo, il tweet scompare, e l'ufficio stampa di Fli si affretta a far sapere che «Il post con la dichiarazione @fabiogranata è partito per sbaglio da @Gianfranco_fini #sorry». Insomma, lo staff, che evidentemente gestisce i profili Twitter di diversi esponenti del partito ha fatto un po' di confusione. Qualcuno, come mazzetta, ironizza: «Confessatelo, gestite anche @pbersani». E domanda: «Ma quanti siete? Chi sono gli anonimi che si fingono Fini etc.? Lo fanno gratis?» A voler essere maliziosi verrebbe da pensare che Granata ha così ben interpretato il pensiero del proprio leader da confondere i suoi. O magari è stato Fini a "suggerire" a Granata di chiedergli di dimettersi? Sarebbe una scena degna di Ionesco. Di certo le parole dei finiani non sono piaciute a Pier Ferdinando Casini che, rispondendo su Twitter a Bragaglio, scrive: «Caro Bragaglio, a volte nei partiti prevalgono patriottismo e difese dell'esistente. Con Fini il rapporto è ottimo perché condividiamo l'idea che all'Italia serva un partito nazionale che metta insieme politici e tecnici, sindacalisti illuminati e imprenditori. Non sarà il partito di Fini né quello di Casini, è finita la stagione dell'uomo solo al comando. Un partito dove ci sarà posto per tutti, chi non condivide sceglierà un'altra strada».

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