Alfano incontra Monti e chiede modifiche su lavoro e Imu
Il Pdl punta i piedi sulla riforma del lavoro e sull'Imu. E Mario Monti riceve a Palazzo Chigi Angelino Alfano. Un'ora di colloquio in cui il segretario ha avuto modo di elencare al premier tutti i punti del disegno di legge su cui, a suo avviso, occorre intervenire in Parlamento. L'ex Guardasigilli ha comunque ribadito la propria lealtà e quella del suo partito al Professore, precisando, però, che non si tratta di un sostegno scontato. Come spiegato in serata ai telegiornali, Alfano ha posto una serie di paletti, a cominciare dal nodo del lavoro: «Va cambiata la riforma appena varata, soprattutto riguardo le procedure di assunzione». Prima del faccia a faccia con il premier, il leader del Pdl avebbe consultato in via del Plebiscito, Silvio Berlusconi. A quanto si apprende, il Cavaliere avrebbe confidato ai suoi di non essere disposto ad accettare nulla a scatola chiusa. Ogni provvedimento del governo, a cominciare da quelli sulla giustizia, dovrà prima essere discusso con il suo partito, sarebbe stato l'avvertimento dell'ex premier, ribadendo ancora una volta, come la politica debba avera il primato in questo momento così delicato sul fronte economico. Alfano, a quanto si apprende, avrebbe chiesto poi al presidente del Consiglio di non aumentare l'Iva (pena un nuovo crollo dei consumi) e di rateizzare l'Imu sulla casa una tantum, dando alle famiglie la possibilità di pagarla a rate (il Pdl presenterà alla Camera un emendamento ad hoc). Ma mentre sul lavoro Monti non si sarebbe mostrato ostile lasciando la porta aperta ad eventuali modifiche, sull'Imu la sua posizione sarebbe stata più "fredda". Non è dato sapere se Alfano abbia messo sul tavolo anche i nodi della Rai, delle frequenze Tv (tanto care al Cavaliere) e della giustizia. Ma è difficile che l'ex Guardasigilli non ne abbia fatto perlomeno cenno, vista l'importanza che Berlusconi attribuisce a questi dossier. Ma su questo, almeno a quel poco che si è appreso in ambienti di governo, il Professore sarebbe stato abbottonatissimo. Dopo il "bilaterale" di Palazzo Chigi, secondo alcune fonti parlamentari della maggioranza, si sarebbe dovuto tenere un vertice tra il premier e i leader dei partiti della maggioranza per fare il punto sui temi politici più caldi (dal ddl lavoro al finanziamento pubblico alla legge elettorale), ma per una serie di fattori concomitanti il summit con "ABC" sarebbe stato rinviato alla prossima settimana. Monti, raccontano, visto il clima acceso di questi giorni, di fronte anche alle preoccupazioni per la situazione economica espresse dal Colle, avrebbe deciso di incontrare prima Alfano, che aveva chiesto a gran voce dei chiarimenti sul lavoro e il fisco. Il premier avrebbe congedato il segretario del Pdl riservandosi la facoltà di approfondire le questioni sollevate. A rendere più opportuno il rinvio del vertice, riferiscono, anche problemi di tempistica: bisognava attendere il rientro a Roma (dalla Calabria) di Pierluigi Bersani. C'è chi, invece, parla di un clima teso tra Pd e Pdl e questo avrebbe consigliato Monti a prendere tempo, scongiurando una resa dei conti con i segretari di partito. E sempre ieri Pier Ferdinando Casini è salito al Quirinale. Nel colloquio con Giorgio Napolitano, a quanto si apprende, il leader Udc avrebbe affrontato il nodo del provvedimento per la riforma del finanziamento dei partiti (riscontrando la contrarietà del Capo dello Stato a un emendamento al dl fiscale), ma non è escluso che si sia anche parlato dei rapporti tra la maggioranza e il governo, in vista della discussione in Parlamento sulla riforma del lavoro.