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Strasburgo: «Rimborsi alti, servono modifiche urgenti»

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Questo,in estrema sintesi, l'impietoso giudizio sull'Italia contenuto in un rapporto reso noto ieri da "Greco" (Grupe d'Etats Contre la Corruptions), il braccio anti-corruzione del Consiglio d'Europa. Con un tempismo legato all'attualità politica nazionale tanto sorprendente quanto casuale, il documento di 68 pagine è diviso in due parti. In quella sul finanziamento pubblico della politica si sottolineano le carenze «importanti» e le sanzioni «inefficaci» del sistema. Ma sopratutto si evidenzia la mancanza di adeguati controlli e l'urgenza di intervenire per sanare una situazione insostenibile. Che, grazie al meccanismo attuale, ha portato i partiti a incassare - tra il '94 e il 2008 - il triplo delle spese sostenute (2,25 miliardi di euro contro 570 milioni). Sette le "raccomandazioni" rivolte all'Italia da "Greco" su cui Roma dovrà riferire entro il 30 settembre 2013. Tra queste spiccano lo status legale dei partiti, l'introduzione di adeguati controlli pubblici, il divieto di donazioni anonime. Ma anche per quanto riguarda la lotta alla corruzione il rapporto "Greco" lancia un allarme importante sulle «tante lacune» rilevate e l'inadeguatezza delle sanzioni previste. Nonostante ciò, si legge nel documento, «in Italia sono stati perseguiti un numero considerevole di casi di corruzione grazie al lavoro proattivo dei giudici che hanno sviluppato la giurisprudenza in questa area». Gli sforzi dei magistrati, avverte preoccupato "Greco", rischiano però di essere vanificati da tempi di prescrizione «troppo brevi» per i reati legati alla corruzione.

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